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Conte prosegue con il suo turnover dell’usura: di cosa si tratta e perché così divisivo

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Con gli infortuni di Politano, Lobotka e Milinkovic Savic, sono cinque i calciatori azzurri che affollano l’infermeria di Castel Volturno, dove Buongiorno e Rrahmani soggiornano da tempo. Tutti alle prese con problemi muscolari: dai fastidi agli adduttori dello slovacco e dell’ex capitano del Torino, al bicipite femorale dell’ex Sassuolo e del kosovaro, passando per la lombalgia del gigante serbo.

Eppure, Antonio Conte non batte ciglio. L’ex commissario tecnico procede fedele al suo credo: “più si gioca, più si acquisisce tenuta fisica”. Lobotka e Politano erano già usciti provati contro lo Sporting Lisbona, ma ciò non gli ha impedito di essere schierati ancora titolari con il Genoa, salvo poi alzare bandiera bianca e rinunciare agli impegni con le nazionali. L’ex Celta resterà fermo circa un mese, mentre per l’esterno d’attacco lo stop dovrebbe essere più breve.

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Conte dovrà ora trovare soluzioni per sostituire gli ultimi due infortunati, sperando di riavere alla ripresa Buongiorno e Milinkovic Savic (quasi impossibile il recupero di Rrahmani per la sfida al Torino).

Il tanto invocato turnover non è arrivato prima della sosta e difficilmente arriverà anche in futuro: l’allenatore continuerà con due o tre cambi al massimo, limitando le rotazioni se non a partita in corso.

Il motivo è semplice: il tecnico salentino ha da tempo i suoi dieci inamovibili. Negli ultimi giorni pare aver risolto anche il ballottaggio tra Meret e Milinkovic Savic, con quest’ultimo sempre più vicino a diventare titolare fisso. A questi si aggiungono Olivera e Gutierrez, interscambiabili con Spinazzola, a seconda dell’avversario. Tutti gli altri, nelle idee di Conte, partono un passo indietro, utilizzabili solo a gara in corso o in caso di emergenza.

Così nasce, quasi in modo naturale, il “turnover dell’usura”, con rotazioni che si attivano solo in caso di infortunio dei titolari.

Conte non cambia filosofia: ogni gara vale tre punti, che sia campionato o Champions League. Finché i suoi uomini ne avranno, giocheranno sempre i calciatori di cui si fida di più. E se dovessero arrivare altri infortuni? Pazienza. Le riserve sono pronte, perché rispetto allo scorso anno la panchina è più lunga e competitiva in ogni reparto.

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