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venerdì, Marzo 29, 2024
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Coronavirus e reddito di cittadinanza, cosa cambia per milioni di italiani

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Con l’emergenza del coronavirus i beneficiari del Reddito di Cittadinanza si chiedono quando sarà effettuata la ricarica.

Chi ha percepito il sussidio economico nei mesi scorsi probabilmente conosce già il suo funzionamento, ma c’è grande attesa per la prima volta di riceverlo a marzo o nei mesi successivi.

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Per il mese di marzo 2020 è presumibile che l’accredito del Reddito di Cittadinanza avvenga a partire dal 27 marzo 2020 per tutti coloro che hanno presentato domanda nei mesi di aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre e dicembre 2019 e anche chi ha presentato l’istanza per il sussidio a gennaio 2020.

Reddito di Cittadinanza marzo 2020: accredito venerdì 27 marzo 2020

Per chi ha presentato l’istanza a febbraio il pagamento arriverà a fine aprile 2020 dato che l’elaborazione del pagamento avviene in un arco temporale compreso tra i 30 ed i 45 giorni.

Pertanto, per chi ha presentato l’istanza a febbraio il primo accredito avverrà entro la fine di aprile 2020 e più precisamente fra il 24 e il 27 del mese.

È necessario pazientare per ricevere il Reddito di Cittadinanza se è stata presentata la domanda a febbraio, anche se in alcuni casi i tempi possono essere più stretti.

In particolare basta recarsi nella sezione del servizio online denominata consultazione delle domande di reddito e pensione di cittadinanza.

“Intendiamo potenziare la qualità dei servizi per l’impiego e garantire l’occupabilità delle persone che ne hanno bisogno. Questo anche mediante il miglioramento delle due piattaforme digitali dedicate al reddito di cittadinanza e alla loro capacità di attivare patti per il lavoro”,

ha sottolineato il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo.

Per il corrente mese di marzo 2020 la ricarica è fissata per venerdì 27 marzo, ma solo per coloro che hanno presentato la domanda prima del mese.

Reddito di Cittadinanza 2020: requisiti necessari

La fase 2 del Reddito di Cittadinanza è più che partita: si tratta di un punto di partenza che ha come principale finalità quella di portare a regime gli interventi finalizzati ad accompagnare i beneficiari al lavoro.

Ricordiamo che i requisiti necessari sono:

  • essere residenti in Italia, in via continuativa, da almeno 10 anni;
  • essere in possesso della cittadinanza italiana, oppure cittadini di uno Stato membro UE;
  • avere un Isee inferiore a 9.360€;
  • avere un patrimonio mobiliare inferiore a 6.000€;
  • avere un patrimonio immobiliare inferiore a 30.000€.

 

Da ieri circola in rete l’appello «La cultura non viene (mai) dopo» con una proposta interessante: estendere il «reddito di cittadinanza» alle figure del precariato e a quelle del lavoro autonomo nei servizi. È promosso da case editrici indipendenti come Momo edizioni, Red Star Press, Rina Edizioni, D editore, Coconino Press, Lorusso Editore,Milieu Edizioni, Manifestolibri, Pulp – Quotidiano dei libri. Tra gli altri ci sono Attac Italia, Assalti Frontali, il sindacato Clap, Dinamopress, il Bin Italia. Hanno aderito, tra gli altri, Rossana Campo, Paolo Berdini e Augusto Illuminati. «Sosteniamo l’urgenza dell’istituzione di un reddito garantito, “di quarantena” anche attraverso l’ampliamento dell’attuale reddito di cittadinanza che continua a escludere troppe figure, rendendo più ampio l’accesso alla domanda e dunque aumentando i beneficiari» sostiene Mattia Tombolini, direttore editoriale di Momo. Una proposta che potrebbe rispondere da subito all’emergenza e, in prospettiva, affrontare uno dei problemi strutturali della misura in vigore del «reddito di cittadinanza»: i criteri fiscali e patrimoniali troppo ristretti che escludono un’enorme fascia di lavoratori.

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