La deputata di Fratelli d’Italia Maria Carolina Varchi ha presentato una proposta per introdurre una norma che contrasti gli “episodi di vera e propria apologia della criminalità organizzata, in particolare di stampo mafioso”. Il disegno di legge prevedrebbe fino a tre anni di carcere e una multa da 10mila euro. Sul caso non hanno esitato a dire la loro Roberto Saviano, autore di Gomorra e l’attore e regista Marco D’Amore.
Una legge di FdI che sanziona arte, cinema e letteratura
La proposta di legge, depositata alla Camera lo scorso 14 ottobre e assegnata alla Commissione II Giustizia, prevede l’estensione dell’articolo 416 del codice penale e introduce il reato di “apologia e istigazione“ dei comportamenti mafiosi. Come, ad esempio, “Gli ‘inchini’ dinanzi alle residenze di personaggi legati alla malavita nel corso di processioni religiose” o “La costruzione di altarini e monumenti in memoria di persone legate alla malavita organizzata o mafiosa“. La norma se approvata punirebbe anche chi “ripropone atti o comportamenti con inequivocabile intento apologetico ovvero istiga taluno a commettere i medesimi delitti”.
Stando a questa ultima ipotesi, la norma esporrebbe a sanzioni penali anche testi di canzoni e opere artistiche. La deputata Varchi, prima firmataria, vorrebbe, infatti, che la norma si indirizzasse proprio verso questa interpretazione, inserendo anche sanzioni per “le serie televisive e i testi delle canzoni che mitizzano personaggi reali o immaginari delle varie associazioni criminali di stampo mafioso”.
Il punto di vista di Roberto Saviano e Marco D’Amore
Roberto Saviano, autore di Gomorra, come riportato dal Corriere della Sera, ha definito questa proposta come una “legge Omertà che trasforma il racconto del crimine in un sospetto penale senza intaccare il potere criminale, colpendo invece chi lo osserva, chi lo racconta, chi lo rende intelligibile”. Difatti, se la norma venisse approvata, ciò comporterebbe che solo i tribunali e giudici potrebbero trattare il tema della criminalità organizzata, non lasciando più alcuno spazio ad arte, letteratura, cinema e musica, trasformando la cultura in una zona sorvegliata.
Questo il punto di vista condiviso anche dall’attore Marco D’Amore durante la conferenza stampa di “Gomorra – Le Origini”. “Ci faremo arrestare in parecchi, dovranno allargare di molto le patrie galere – ha spiegato l’attore –. E ricordiamoci che i detenuti pesano sulla spesa pubblica: il nostro è un Paese che ha un debito pubblico importante, quindi non gli conviene. Resisteremo a questa forza che ci viene contro”.
L’obiettivo della deputata Carolina Varchi
Dopo quest’ultime affermazioni, la deputata Carolina Varchi ha commentato: “Sono soddisfatta di aver acceso un dibattito sulla normalizzazione del fenomeno mafioso. Questo negli ultimi anni ha spesso sconfinato in una vera e propria esaltazione, a partire da fiction apparentemente innocue fino ad arrivare ai social”.
“Bisogna attuare un intervento legislativo serio che dimostri quanto per il legislatore siano comportamenti distorti e carichi di disvalore. Il dibattito sulla mia proposta andrà avanti, se ne facciano una ragione. Gli italiani non sono più disposti ad assistere alla diffusione di prodotti televisivi o contenuti social in cui non si capisce se il mafioso sia il buono o il cattivo. Non amo i reati di opinione ma credo che questo sia ormai non più rinviabile” ha concluso la deputata.