Botta e risposta tra don Maurizio Patriciello e Sigfrido Ranucci dopo il servizio di “Report” su Caivano. Il conduttore del programma di inchieste su Rai Tre è stato accusato dal parroco di Caivano di aver manomesso fortemente l’intervista da lui concessa all’inviato Luca Chianca.
Il servizio, intitolato “Prumesse mancate”, è incentrato sulle criticità dell’azione di governo nel parco del narcotraffico sulla cui rigenerazione urbana e umana Giorgia Meloni e il suo governo puntano molto, tanto da parlare di “modello Caivano”.
Don Patriciello attacca Report: “Tagliate le mie risposte dall’intervista su Caivano”
Queste le parole di don Patriciello, pubblicate attraverso il suo profilo Facebook: “Caro Sigfrido Ranucci, permettimi di rivolgerti una domanda. Lo faccio con grande rispetto verso di te e verso gli italiani che seguono il tuo programma. A una persona, in questo caso il sottoscritto ma potrebbe essere chiunque, viene chiesto di rilasciare un’intervista su una questione delicatissima. Costui accetta per rendere un servizio. Cerca di essere esaustivo. Risponde a mille domande”.
Patriciello continua così: “Vengo tenuto, dal tuo inviato, impegnato per più di un’ora. Poi con il solito meccanismo del taglia – incolla, ai telespettatori, di quella intervista, vengono offerti al massimo due minuti. Ecco, ti sembra giusto? Non credi che chiunque, potrebbe, con questo sistema – e avendo a disposizione tanto materiale – fare dire a chiunque tutto e il contrario di tutto? Un grande abbraccio a te e al caro Luca. Il tempo, però, è prezioso per tutti. Anche per me”.
La controrisposta di Sigfrido Ranucci: “Pronti a correggere eventuali errori”
Non si fa attendere la risposta del conduttore di “Report”, Sigfrido Ranucci, che pure affida il suo pensiero al suo profilo Facebook. Queste le sue parole: “Caro don Maurizio, da sempre ti ammiro e sono vicino all’impegno e la passione con cui segui le persone più fragili del mondo. Mi dispiace leggere le tue critiche per come è impostato un programma televisivo, è un pò come se avessimo noi di Report la presunzione di spiegarti come si fa messa. Mi spiace anche che tu sia stato costretto a mettere la faccia su domande alle quali avrebbe dovuto rispondere il Commissario di Governo Fabio Ciciliano, che invece ha preferito far esporre te. Premesso questo, un’intervista lunga serve a chi non conosce un contesto per farsi un’idea, poi a verificare e dare conto infine al pubblico delle criticità e delle risposte alle criticità”.
Ranucci continua: “Io non so cosa hai detto di importante nella intervista originale rilasciata a Luca Chianca. So però che Luca è una persona onesta e un bravissimo inviato che non fornirebbe mai una falsa rappresentazione della realtà. Chi invece preferisce non parlare non è perché, l’esperienza trentennale ci insegna, ha paura dei tagli, ma perché ha paura delle domande. So che Luca ti ha anche chiesto di dirci dove abbiamo detto il falso o dove sarebbe stato manipolato il tuo pensiero. Ma a questa domanda non c’è stata risposta. Del resto una persona più alta di noi come Giovanni Paolo II disse “se sbaglio mi corrigerete”. Noi se abbiamo sbagliato siamo pronti ad accogliere le tue correzioni. Con grande e immutata stima”.