Non sono mancati i colpi di scena nel processo sullo spaccio di droga che vede alla sbarra diversi esponenti del clan Contini, costola napoletana dell’Alleanza di Secondigliano insieme ai Licciardi della Masseria Cardone e dei Mallardo di Giugliano. Sabato c’è stata la sentenza della Corte di Cassazione. I giudici ermellini hanno annullato la sentenza per 6 imputati per i quali si dovrà tornare in Appello mentre per altri 3 il processo di Appello è da rifare. Tra i soggetti coinvolti c’è anche Ettore Bosti, figlio del ras Patrizio, verso il quale è stata confermata l’accusa di traffico di droga con l’aggravante camorristica, mentre è decaduta quest’ultima riguardo l’accusa di armi.
Per Gennaro Corrado (difeso dall’avvocato Salvatore D’Antonio), ritenuto il detentore delle armi per il clan Contini, c’è stato l’annullamento della sentenza (aveva incassato 6 anni, ndr) proprio in relazione all’art.7 ovvero del metodo mafioso e anche della parte della sentenza di secondo grado relativa alla confisca di numerosi immobili. Corrado pochi giorni fa è stato scarcerato dalla Corte di Appello su istanza dell’avvocato difensore, ora dovrà essere sottoposto a un nuovo giudizio. Stessa sorte per Antonio Cristiano che era stato condannato invece a 20 anni di reclusione.
Rigettato ricorso per Francesco Schisano ed Emanuele Grasso limitatamente alla rideterminazione della pena
Ricorso rigettato per Antonio Aieta, Salvatore Botta, Giovanni Esposito, Salvatore Merolla, Salvatore Percope, Giuseppe Tolomelli, Vincenzo Tolomelli ’57, Vincenzo Tolomelli ’87
Inammissibili i ricorsi di Comitato Salvatore, Gennaro Granieri, Rosario Piccirillo, Luciano Poggi e Giuseppe Schisano.
