Erano stati arresti nel maxi blitz che aveva portato in carcere Rosaria Pagano, che aveva assunto le redini degli Amato-Pagano dopo la cattura dei capi. Mario Avolio ‘o ciuraro e Salvatore Manzo erano stati condannati a 20 anni in primo grado, pena ridotta in appello a 19 anni e otto mesi per Avolio, che però ottenne la confisca di tutti i beni.
Contro quella decisione i suoi legali, gli avvocati Rocco Maria Spina e Domenico Dello Iacono, proposero ricorso in Cassazione. Quest’ultima decise per un annullamento con rinvio e nei giorni scorsi la Corte d’Appello di Napoli ha revocato la confisca dei beni sia per Avolio che per Manzo (difeso da Francesca D’Alessandro), con quest’ultimo che si è visto assolvere da un capo di imputazione con conseguente rideterminazione della pena a 15 anni.
I due legali hanno sconfessato le dichiarazioni dei pentiti, in particolare di Antonio Leonardi, che avevano dichiarato che i beni di Avolio, in particolare un bar a Secondigliano, fossero frutto del narcotraffico.
Il Tribunale, in primo grado, aveva disposto anche la confisca di alcune società sequestrate dalla Polizia di Stato nel corso del maxi blitz: il 50% della società Ma.Ma. Service srl; l’autoscuola Manzoni 3 srl; il 90% dell’officina Professional Service srl di Casandrino (Napoli); la Rev di Casoria (Napoli) e la società Mondo Revisioni srl di Napoli.
