Non vi erano presupposti per l’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare. Si è giocata su una questione puramente tecnica l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare per Luca La Penna, ras dei De Luca Bossa, finito nuovamente in manette nel blitz della scorsa settimana per una serie di vicende estorsive a Ponticelli. Fondamentale la linea difensiva seguita dai suoi legali, l’avvocato Paolo Gallina e l’avvocato Angelo De Falco (dello studio legale Gallina).
In sostanza nell’ istanza presentata dai suoi legali i due penalisti hanno evidenziato che per i reati contestati all’uomo la Procura era già in possesso degli atti ai tempi in cui La Penna fu già arrestato per associazione. Non vi erano dunque i presupposti per emettere una nuova ordinanza e così lo stesso gip che lo ha arrestato non ha potuto far altro che scarcerarlo. Un buon risultato per il ras indicato come uno dei colonnelli del clan De Luca Bossa i cui penalisti si sono avvalsi della cosiddetta ‘contestazione a catena’.
Il blitz contro i clan di Ponticelli
Le manette erano scattate tre settimane fa quando i carabinieri della tenenza di Cercola avevano arrestato 15 persone (di cui 12 sottoposte alla misura del carcere, 3 a quella degli arresti domiciliari) gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di estorsione e tentata estorsione, aggravate dal metodo mafioso.
In particolare, i delitti contestati, tra cui presunte richieste di tangenti a soggetti dediti a furti di auto o allo spaccio di sostanze stupefacenti, sarebbero stati posti in essere evocando l’appartenenza al clan De Luca Bossa-Minichini, attivo tra Cercola e il quartiere Ponticelli.