È durata neanche un mese la permanenza in carcere di Giacomo Borrelli, arrestato qualche settimana fa nell’ambito dell’inchiesta che ha fatto luce sulle nuove basi di spaccio ad Ercolano. La prima ‘picconata’ è arrivata dal tribunale del Riesame che ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per alcuni soggetti tra cui appunto lo stesso Borrelli: accolte in pieno le argomentazioni dei legali dell’uomo, gli avvocati Gennaro Toscano e Anna Sannino, riusciti a smontare le accuse per il loro assistito.
Dall’inchiesta emerge la coesistenza all’interno del Vico Trentola, zona coincidente con il luogo di residenza dei capi fondatori dei di due gruppi: l’uno promosso dai fratelli Antero e Gaetano Asile, ma che al momento delle indagini vedeva alla sua direzione Esposito, l’altro diretto ed organizzato dai conviventi Francesca Scognamiglio e Giovanni Munizzi.
Il blitz ad Ercolano
Circa due settimane fa i carabinieri della compagnia di Torre del Greco hanno eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 21 persone: 14 sono in carcere e 7 ai domiciliari. Gli indagati sono gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico di droga e di detenzione a fini di spaccio di varie tipologia.
In particolare, all’esito delle indagini, sarebbe emersa l’operatività di due gruppi associati, attivi nella zona di Ercolano e territori limitrofi, l’individuazione di varie piazze di spaccio e di plurimi episodi di cessione, anche giornalieri, di droga. Nel corso delle investigazioni erano arrestate in flagranza diverse persone nonché sequestrate hashish, cocaina, crack e somme in contanti.