Domenico Tufano, cuoco 32enne di Acerra, da circa un mese ha lanciato una raccolta fondi su GoFundMe, per raccogliere i soldi necessari al viaggio della speranza, ed al primo ciclo di terapie sperimentali per il figlio Gennaro, nato con una paralisi celebrare.
La clinica si trova in Messico, trovata dopo mesi di ricerca incessante dopo aver visto un film in tv basato su una storia vera.
La raccolta fondi di Domenico Tufano
“Per mesi ho cercato informazioni e alla fine siamo riusciti ad entrare in contatto con il papà di una ragazzina italiana che ha la stessa patologia di Gennaro. Grazie a queste terapie sperimentali è riuscita anche a pronunciare le prime parole”, ha spiegato Domenico Tufano.
“Ho creato la pagina su Fb e TikTok, ‘Il sorriso di Gennaro‘, dove racconto la storia di mio figlio e la speranza di questa nuova cura sperimentale. Sono stato contattato da tanti genitori di bambini con la stessa patologia, e ci stiamo scambiando qualsiasi informazione”, racconta.
Una speranza che non ha intenzione di mollare. Domenico punta a raccogliere circa 90mila euro che gli serviranno per il viaggio, per pagare la terapia in Messico, ma anche per continuare le cure una volta rientrati in Italia. In un mese è riuscito a raccogliere circa il 40% della cifra che gli serve per raggiungere il Messico.
“Per mio figlio farei di tutto, e se c’è una speranza, io non la posso ignorare. La patologia impedisce a Gennaro di camminare e deambulare, e rende estremamente difficili anche i movimenti più semplici. Devo provare a migliorare la sua vita, sono il suo papà, devo farlo… Mio figlio fa ogni tipo di terapia fisioterapia, logopedia, terapia multisistemica in acqua. Ma i centri convenzionati non possono coprire l’intero monte ore necessarie ai bambini per vivere meglio. Quindi spesso ci avvaliamo di terapisti privati. In serata devo fare una videocall con i medici di questa clinica messicana. E spero di avere presto una data per poter iniziare questa nuova terapia che potrebbe creare nuove connessioni neurali nel cervello”.
“Purtroppo il macchinario si trova solo lì, conclude Domenico, ma spero che la terapia sia presto riconosciuta ufficialmente ed approvata, e che questo macchinario sia acquistato anche da altri Paesi, così da rendere più facile a tutti l’accesso all’unica speranza che abbiamo di migliorare la vita ai nostri bambini”.

