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venerdì, Marzo 29, 2024
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Guerra in Ucraina, l’Italia in ansia per De Zerbi: l’allenatore dello Shakthar bloccato in hotel

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Kiev e l’Ucraina sotto attacco da parte della Russia, e si ferma anche il campionato di calcio ucraino: Roberto De Zerbi, tecnico italiano dello Shakthar Donetsk, e il suo staff di otto connazionali sono in queste ore a Kiev, in condizioni di sicurezza, a quanto apprende l’ANSA.

“Mister Roberto De Zerbi e il suo staff sono chiusi in hotel con gran parte dei calciatori. In strada ci sono milioni di persone dirette in Polonia. Alle 5 lo staff italiano ha sentito due forti esplosioni nella zona dell’hotel”. Attraverso il profilo Twitter del Direttore Michele Criscitiello, arrivano nuovi aggiornamenti sull’allenatore italiano e il suo staff (otto collaboratori) dopo l’invasione russa in Ucraina di questa notte. Di fatti, come era ovvio, da oggi il loro Shakhtar Donetsk non si allenerà più, la partita di sabato è stata rinviata al pari dell’intera Premier League ucraina e l’aeroporto è stato chiuso. Impossibile quindi, almeno al momento, rientrare in Italia.

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Le parole di Roberto De Zerbi: “Penso a Maradona…”

Roberto De Zerbi, tecnico dello Shakhtar, ha raccontato all’agenzia Italpress queste ore drammatiche di guerra tra l’Ucraina, dove attualmente si trova, e la Russia: “Me ne sto in camera, è una brutta giornata. Ho aspettato a lungo che la federazione sospendesse il campionato, però non mi sono mosso, perché io sono qui per fare sport e non potevo girare le spalle al campionato, ai tifosi che ci seguono. Ho tredici ragazzi brasiliani, il mio staff… Potevamo tornare a casa almeno fino a quando non ci fosse stata sicurezza, no, abbiamo aspettato… Stanotte ci hanno svegliato le esplosioni. Stamattina hanno sospeso il campionato e dalle finestre dell’hotel Opera abbiamo visto file di auto che si muovevano. Credo che stiano andando in Polonia. L’Ambasciata italiana ci aveva sollecitato di andarcene ma non potevo, ripeto, io uomo di sport, girare le spalle al club, al calcio e andarmene così. Alla fine hanno chiuso lo spazio aereo e si sta qui. Non credo almeno per ora che siamo a rischio, sono venuto qui per fare sport, davvero, e mi armo di pazienza. Non sono venuto per soldi, me ne offrivano di più in Italia, ma per fare esperienza. E ora aspetto. È un’esperienza – triste – anche questa. Penso al grande Maradona che quando ce n’era bisogno diceva quel che pensava ai padroni del calcio”.

Il messaggio dello Shakhtar Donetsk: “Staremo in piedi!”

Il club di Donetsk, una delle due città stato del Donbass (insieme a Luganks), ha pubblicato sul profilo Twitter una foto della bandiera dell’Ucraina con un messaggio: “Staremo in piedi!”.

Attraverso le parole di Marlon, difensore ex Sassuolo, i calciatori brasiliani di Dynamo Kiev e Shakhtar Donetsk hanno fatto un appello al Governo del loro Paese, chiedendo di rientrare al più presto in Sudamerica:

“Siamo qui riuniti, noi della Dynamo e dello Shakhtar, assieme alle nostre famiglie. Siamo qui in attesa, chiusi in un hotel, a causa di questa situazione. Chiediamo il vostro aiuto per mezzo di questo video. Manca combustibile nelle città, le frontiere sono chiuse, aeroporti chiusi. Non possiamo uscire dal paese. Chiediamo il sostegno del Governo del Brasile. Speriamo che voi possiate aiutarci, promuovere questo video perché arrivi a più persone possibili”.

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