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domenica, Giugno 16, 2024
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“Ho sparato per difendermi”, il racconto del 16enne che ha ucciso Giovanni Cutolo: gli sfottò, la rissa poi i colpi di pistola

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“Non volevo uccidere nessuno, mi sono solo difeso quando ho visto l’altro ragazzo venire verso di me con tono minaccioso”.

Così il 16enne fermato dalla Squadra Mobile e dalla Procura dei Minorenni di Napoli per l’omicidio del 24enne musicista Giovanbattista Cutolo si è difeso nel corso del primo interrogatorio reso al pm Francesco Regine.

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Domani ci sarà l’udienza di convalida presso la struttura dei Colli Aminei alla quale il ragazzo è stato affidato.
Il minore, con precedenti per tentato omicidio commesso quando aveva appena 13 anni, ha dato la sua versione su quanto accaduto all’alba dello scorso 31 agosto, una dinamica peraltro già deliberata dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza di piazza Municipio, cuore del capoluogo: immagini dalle quale emergono offese, rissa e spari ma anche le precise responsabilità del minore.

A fronteggiarsi sarebbero stati gli amici della vittima e undici rivali, quattro dei Quartieri Spagnoli, tra cui il 16enne che sparato, e sette di piazza Bellini. Il ragazzo ha anche detto che l’arma non era in suo possesso ma custodita da uno del suo gruppo che gliel’ha passata quando la situazione si è fatta incandescente.
Difeso dall’avvocato Davide Piccirillo, il 16enne ha confermato che quella notte c’è stata una rissa fuori al locale di piazza Municipio, dove stazionavano due gruppi di ragazzi, quello del minore e l’altro di Cutolo e dei suoi amici.
La lite, poi divenuta rissa, sarebbe iniziata – ha riferito il minore – tra un ragazzo, che conosceva la comitiva di Cutolo, e i suoi amici, e per motivi molto futili, come lo scooter del gruppo del minore urtato durante il parcheggio e una bustina di maionese che un amico del 16enne avrebbe svuotato addosso al giovane conoscente della comitiva del musicista.
Il minore ha quindi riferito che il gruppo di Cutolo è intervenuto per difendere il ragazzo offeso, ne è nata una rissa, durante la quale “c’era chi si difendeva con le mani o i calci, chi ha lanciato uno sgabello o delle sedie”.

Intanto sui social c’è addirittura chi difende il ragazzo che ha sparato, dedicandogli post e frasi.
In poco tempo l’assassino del musicista nato a Mugnano, o presunto tale, è diventato una star dei social network dove amici e parenti lo osannano e gli mostrano la propria solidarietà: “Tutto passa. Ti sto accanto e già mi manchi.”

Non è una guerra tra buoni e cattivi: Stato, famiglia e società civile non lascino Napoli nell’anarchia

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