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venerdì, Marzo 29, 2024
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I soldi del Nord per i carcerati del clan dei Casalesi: smantellata la costola della camorra

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Questa mattina il G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Trieste e la Squadra Mobile di Venezia, hanno dato esecuzione – in provincia di Venezia, Casal di Principe e altre località del Veneto, della Campania e della Puglia – ad una ordinanza del G.I.P. del Tribunale di Venezia che, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, ha disposto 50 misure di custodia cautelare personale (47 in carcere e 3 agli arresti domiciliami) per associazione a delinquere di stampo mafioso e altri reati oltre a il provvedimenti impositivo obbligo di dimora o interdittivi.

Hanno collaborato all’esecuzione del provvedimento cautelare,  nell’operazione denominata AT LAST, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Venezia, il Servizio Centrale Investigazione Criminalità  Organizzata (S.C.I.C.0.) della Guardia di Finanza di Roma, il Servizio  Centrale Operativo (S.C.O.) della Polizia di Stato con l’imponente impiego
di oltre trecento unità di polizia giudiziaria.

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Gli indagati erano membri di una strutturata e temibile associazione a  delinquere di stampo mafioso, armata – con oggi da considerarsi  smantellata – che dal piccolo centro di Eraclea da molti anni aveva esteso  la sua influenza criminale nell’est del Veneto, avvalendosi della sua forza  di intimidazione per instaurare una condizione di omertà e commettere  molteplici gravi delitti di ogni genere (usura, estorsione, rapina,
ricettazione, riciclaggio e auto riciclaggio, reimpiego di denaro di  provenienza illecita, sottrazione fraudolenta di valori, contraffazione di  valuta, traffico di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione,  intermediazione illecita di manodopera, detenzione illegali di armi,  danneggiamenti, incendi, truffe e truffe aggravate ai danno dello Stato,
bancarotta fraudolenta, emissione di false fatture.

IL CAPO DI GIUGLIANO

Le indagini hanno consentito di evidenziare come l’organizzazione risulti  costituita già alla fine degli anni ’90 da DONADIO Luciano (nato a Giugliano in Campania il 15.04.1966, residente ad Eraclea) BUONANNO  Raffaele (nato a San Cipriano D’Aversa il 23.11.1959, domiciliato ad  Eraclea e a Casal di Principe) e BUONANNO Antonio (nato a San Cipriano
D’Aversa (CE) il 15.11.1962, residente a Casal di Principe) assieme ad un nucleo di persone originarie di Casal di Principe e di altri centri dell’agro  Casertano (PUOTI Antonio, PACIFICO Antonio, BASILE Antonio, PUOTI  Giuseppe, CONFUORTO Nunzio) via via implementata da altri soggetti sia  campani e locali (come ARENA Girolarno, CELARDO Raffaele, SGNAOLIN Christian)

L’indiscusso ruolo di promotori e dirigenti è stato rivestito da DONADIO  Luciano e BUONANNO Raffaele (quest’ultimo imparentato tramite la  moglie con esponenti di vertice dai clan BIANCO e di BIDOGNETTI  Francesco, detto “Cicciotto e mezzanotte”, capo della famiglia  BIDOGNETTI) i quali rappresentava l’associazione nei rapporti di natura
criminale. Pure con i dirigenti e gli associati al gruppo Schiavone e Bianco
e le altre famiglie Casalesi

 

SOLDI PER I CARCERATI

Una quota dei profitti dell’attività criminale era destinata a sostenere finanziariamente e sostenere i carcerati di alcune delle storiche famiglie mafiose di Casal di Principe appartenenti al clan dei Casalesi cui l’organizzazione mafiosa di Eraclea era genericamente collegata e della quale costituiva il gruppo criminale referente per il Veneto orientale e, come tale, interlocutore obbligato di tutte le organizzazione territoriali che vi si trovavano ad operare.

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