In queste ore di dolore e incredulità, la madre di Davide Carbisiero ha deciso di rompere il silenzio: “Mi hanno portato via mio figlio come fosse nulla. Voglio verità, voglio giustizia. Nessuno mi ridarà Davide, ma chi ha premuto quel grilletto deve pagare. Mio figlio non è morto per sbaglio: è stato ucciso come in un’esecuzione”, ha detto la madre
Non usa mezzi termini Gennaro Carbisiero, il fratello del povero Davide ucciso a 19 anni in una sala giochi a Cesa poco più di due giorni fa: “Per me quel ragazzo è un mostro e deve pagare. Tra dieci anni non voglio rivederlo libero”.
Lui è il primo di primo di cinque fratelli “Davide mi aiutava nei miei negozi”, ricorda con emozione il 30enne, che è titolare di diverse attività tra ristoranti e negozi di abbigliamento con il brand ‘Gegè’ tra Frattamaggiore e Napoli. “Era un bravo ragazzo che non ha mai avuto problemi con la giustizia, poi domenica mattina si è trovato di fronte quel mostro, che peraltro conosceva, e che girava con la pistola, perchè forse si credeva di essere qualcuno che non era. E me l’ha ucciso, a pochi giorni dal mio matrimonio”. Gennaro dovrebbe sposarsi tra un mese ma ora la testa è altrove. “Penso a mio fratello ammazzato e a mia madre distrutta dal dolore, ma una cosa voglio ribadirla: la giustizia deve fare il suo corso, e deve dare una condanna pesante a quell’essere che mi ha tolto mio fratello”.
La famiglia di Davide domani, tramite il legale Enzo Spina, sarà presente all’autopsia con un proprio consulente.
19enne ucciso, domani la convalida del fermo del minore
Si terrà domani l’udienza di convalida del 17enne accusato di aver ucciso con un colpo di pistola il 19enne Davide Carbisiero in una sala slot di Cesa (Caserta), all’alba del 13 aprile, domenica delle Palme; e domani si terrà anche l’autopsia sul corpo della vittima.
Il minorenne è attualmente detenuto nel Centro di giustizia minorile di Napoli, e domani potrebbe confermare la versione fornita domenica ai carabinieri del Gruppo di Aversa e al sostituto della Procura per i Minori di Napoli, ai quali ha parlato di un “errore fatale”. “Non volevo ucciderlo”, avrebbe ripetuto.
Gli inquirenti stanno facendo delle verifiche sulla versione, che sembra allontanare le piste già battute della lite tra i due così come di un contesto di criminalità legata allo spaccio.
Particolari rilevanti da tener presente sono che il minore è risultato negativo ai test tanto per l’alcol quando per gli stupefacenti, e che lui stesso ha fatto ritrovare ai carabinieri l’arma usata, una Beretta calibro 8 clandestina, con cui ha sparato un solo colpo, risultato fatale, non tre come era emerso in un primo momento.