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mercoledì, Giugno 26, 2024
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Il duplice omicidio Marrandino sotto gli occhi dei carabinieri, poi la fuga e le bugie: i motivi del fermo di Antonio Mangiacapre

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E’ stata ricostruita la dinamica del duplice omicidio di Marco e Claudio Marrandino, uccisi a bruciapelo nel fine settimana. La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha diffuso un comunicato dove ricostruisce l’accaduto e le motivazioni del decredo di fermo nei confronti di Antonio Mangiacapre, l’operaio accusato del duplice delitto. Le indagini sono eseguite dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Aversa e della Compagnia di Marcianise. I Carabinieri della Compagnia di Marcianise, impegnati in servizio ordinario di controllo del territorio, nel transitare in via Astragata del Comune di Orta di Atella, in prossimità dello svincolo “Succivo” dell’asse viario “Noia-Villa Literno”, ‘notavano due autovetture ferme, i cui occupanti discutevano fra loro, apparentemente per un diverbio legato a motivi di viabilità. Pertanto, il capo servizio della pattuglia scendeva dall’auto di servizio e si avvicinava ai due nel tentativo di verificare cosa stesse accadendo e sedare la lite. In tale frangente, uno dei soggetti scendeva repentinamente dalla sua auto e si avvicinava al lato passeggero dell’altra autovettura e, dopo aver afferrato e strattonato il passeggero della stessa, estraeva dalla cintura una pistola esplodendo numerosi colpi al suo indirizzo, colpendolo alla testa. Subito dopo,  attingeva numerosi altri colpi verso il conducente dell’altra vettura, il quale era sceso dall’auto cercando di scappare a piedi, colpendolo alla schiena. Dopodichè, puntava l’arma all’indirizzo del capo servizio della pattuglia, che si stava avvicinando alle due vetture per intervenire, il quale esplodeva due colpi d’arma da fuoco, senza attingere l’autore del delitto.
A quel punto,  riusciva a mettersi a bordo della sua vettura e darsi alla fuga a forte velocità.

I Carabinieri intervenuti si ponevano immediatamente all’inseguimento dell’uomo he si protraeva per diversi chilometri, durante il quale il fuggitivo lanciava pezzi di vetro dal finestrino della sua auto, danneggiando il veicolo dei Carabinieri.

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Il soggetto, tuttavia, riusciva a far perdere le proprie tracce nelle campagne circostanti l’abitato del Comune di Cancello e Arnone Le ricerche serrate ed ininterrotte condotte, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Napoli Nord, consentivano di rintracciare l’uomo presso una struttura sanitaria della zona. Venivano, pertanto, acquisiti gravi indizi di colpevolezza sul suo conto, tenuto conto dell’inequivoco riconoscimento da parte degli agenti operanti e del pericolo di fuga palesato, che consentivano quindi l’emissione di decreto di fermo di indiziato di delitto. L’autovettura utilizzata per la fuga veniva successivamente ritrovata abbandonata in una zona rurale.

Il soggetto, prima di essere sottoposto a fermo, è stato interrogato, negando l’addebito. Veniva, inoltre, effettuata perquisizione domiciliare presso l’abitazione del presunto responsabile, che consentiva il rinvenimento di armi e munizionamento, tra cui un fucile a canne mozzate modificato e con matricola abrasa ed una pistola semiautomatica illegalmente detenuta (non censita in banca dati, né oggetto di denuncia), oltre ad un ingente quantitativo di materiale per il confezionamento di cartucce e polvere da sparo (oltre 100 chilogrammi di bossoli). Il soggetto era stato già in precedenza destinatario di provvedimenti amministrativi di divieto di detenzione armi e revoca porto d’armi, sicché le anni detenute erano da considerarsi clandestine, attesa l’assenza di elementi identificativi, nonché la modifica della potenzialità offensiva dell’anna e tenuto conto che la stessa recava matricola abrasa. Le indagini proseguono con l’esecuzione dei necessari accertamenti tecnici tuttora in corso. Non è ancora chiara l’identificazione della causale. Il soggetto è stato accompagnato presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vctere, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Cesa sconvolta per la morte dei fratelli Marrandino, lutto cittadino e veglia di preghiera

Lutto cittadino a Cesa nel giorno dei funerali di Marco e Claudio Marrandino, i due fratelli di 39 e 29 anni uccisi brutalmente sabato scorso, a colpi di pistola, mentre erano a bordo di un Suv Bmw bianco sull’Asse Mediano. Stasera il sindaco di Cesa, Enzo Guida, e il parroco del Comune Casertano, hanno annunciato una veglia di preghiera per ricordarli, che si terrà alle ore 20 presso la parrocchia di San Cesario Martire. Sospesi i festeggiamenti del Santo Patrono, San Cesario, che si tengono abitualmente a fine giugno, in segno di rispetto per le vittime e per il tremendo lutto subito dalla famiglia. Le salme delle due vittime sono state sequestrate dalla magistratura. Al termine degli accertamenti si potranno tenere le esequie, che potrebbero essere celebrare dal vescovo di Aversa, Monsignor Angelo Spinillo.

La morte dei due fratelli ha molto scosso la comunità. Marco era un avvocato di successo. Era stato nel 2014 presidente del consiglio comunale di Cesa. Lascia la moglie, due figli piccoli di 5 e 3 anni. Claudio, imprenditore edile, lascia la compagna con la quale conviveva.

Un pensiero è arrivato anche da don Maurizio Patriciello: «Preghiamo per Claudio e Marco Marrandino. Il Signore li accolga in gloria. Preghiamo per i loro cari sui quali è precipitato un dramma senza fine. Il Signore consoli i loro cuori trafitti». La tragedia ha scosso la comunità dalle fondamenta. In questi giorni erano previsti i festeggiamenti per San Cesario. Il comitato organizzatore ha deciso di «rimandare i festeggiamenti in onore del nostro santo patrono, a causa del grave lutto che ha colpito la nostra comunità».

BASTA VIDEO DELL’AGGUATO

Un amico di entrambi li descrive come «due ragazzi, esempi di vita, rispettosi, educati e per bene». Poi aggiunge: «Per favore basta far girare foto e video ripresi dai passanti, il dolore è già troppo, abbiate rispetto della famiglia». Sulla stessa linea il sindaco di Cesa, Enzo Guida: «Chiediamo rispetto per le due vittime. Stiamo assistendo alla circolazione di video e foto dell’episodio ed è qualcosa di molto brutto. Chiediamo a tutti di non condividere queste immagini atroci. Chiediamo alla comunità di rispetto”.  L’allusione è a un video girato sul luogo dell’omicidio, in cui si notano i corpi senza vita dei due fratelli. Uno in auto, l’altro riverso sull’asfalto a faccia in giù, dopo un estremo tentativo di fuga stroncato dalle pallottole esplose alle spalle. Sull’asse mediano, nel pomeriggio di ieri, i cellulari che immortalavano quella scena macabra erano tanti.

Cesa sconvolta per la morte dei fratelli Marrandino, lutto cittadino e veglia di preghiera

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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