E’ un ritorno senza clamori ma ugualmente incisivo quello del clan Di Lauro sul territorio. Un ritorno dettato più che altro dal fatto che adesso sono quattro i figli del capoclan Paolo (detto ciruzz ‘o milionario) liberi. Ben prima della recente scarcerazione di Salvatore ‘terremoto’ (con i giudici del tribunale del Riesame che hanno accolto la tesi del suo legale Vittorio Giacquinto, che ha sostenuto come non esista alcuna certezza sull’identificazione del giovane sulla base delle sole intercettazioni telefoniche) erano liberi Vincenzo, il secondogenito, libero dopo nove anni di galera, e Ciro (dieci anni di galera per lui). Un anno fa invece era tornato in libertà Raffaele, il sesto figlio del capoclan di via Cupa dell’Arco. Adesso la famiglia può contare su quattro figli in libertà più uno che da tempo si è dato alla macchia, Marco Di Lauro, latitante ormai da tredici anni. Nonostante il brillante lavoro svolto sino a questo momento dalle forze dell’ordine (polizia e carabinieri) nel quartiere attraverso arresti e sequestri, il nome Di Lauro, continua a rivestire un certo appeal criminale.
Per gli inquirenti fu Marco Di Lauro a ricucire lo strappo con la Vanella Grassi dopo l’omicidio di Antonello Faiello; nonostante a cadere in quell’occasione fosse stato un proprio uomo, Di Lauro junior approfittò dell’occasione per avvicinarsi alla Vanella con l’obiettivo di aizzare quest’ultima contro gli Abete-Abbinante. Secondo i magistrati se a Secondigliano i due gruppi da allora hanno conosciuto una fase di non belligeranza e anzi, l’inchiesta dei mesi scorsi, è la dimostrazione dei buoni rapporti tra i due gruppi di Secondigliano.
