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Il Premier spagnolo: “Il cambio dell’ora va abolito, ha un impatto negativo sulle persone”

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Come ogni anno, torna il consueto appuntamento con il passaggio dall’ora legale a quella solare. Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre, alle 3 del mattino, sarà necessario spostare le lancette indietro di un’ora, guadagnando così sessanta minuti di sonno ma perdendo luce nel pomeriggio.

A pochi giorni dal cambio, il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha riaperto il dibattito sull’utilità di questa pratica, rilanciando la proposta di abolire il doppio cambio semestrale. In un video pubblicato su X, il premier ha dichiarato: “Come sapete, questa settimana si torna a cambiare l’ora. Un’altra volta. E francamente non ha senso”.

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Sánchez ha spiegato che la Spagna intende chiedere ufficialmente all’Unione Europea di porre fine al cambio dell’ora entro il 2026, con una proposta che sarà discussa nel Consiglio Ue sull’energia. L’obiettivo è riaprire un confronto sul calendario comunitario attuale, che regola il passaggio tra ora solare e legale fino al 2026.

Il premier ha ricordato che il Parlamento europeo, già nel 2019, aveva votato per l’abolizione del cambio dell’ora, ma la misura non è mai entrata in vigore per mancanza di accordo tra gli Stati membri. Portogallo e Grecia si erano opposti, mentre l’Italia aveva preferito mantenere il sistema attuale.

Le origini del cambio dell’ora

L’idea di adattare l’orario alle stagioni risale a Benjamin Franklin, che nel 1784 propose di anticipare l’orario estivo per sfruttare meglio la luce naturale e risparmiare candele. Il concetto divenne realtà oltre un secolo dopo, durante la Prima guerra mondiale, quando diversi Paesi europei introdussero per la prima volta l’ora legale per ridurre i consumi energetici.

In Italia, la misura fu adottata nel 1916, sospesa e poi ripristinata più volte, fino a diventare stabile nel 1966. A livello comunitario, il sistema è stato armonizzato nel 1980, e una direttiva del 2001 stabilisce che tutti i Paesi Ue spostino le lancette avanti l’ultima domenica di marzo e indietro l’ultima di ottobre.

Benefici e criticità

Il cambio dell’ora nacque con una finalità pratica: ridurre i consumi elettrici grazie a un migliore utilizzo della luce solare. Secondo i dati di Terna, nel 2024 l’Italia ha risparmiato 340 milioni di kWh, equivalenti al consumo medio annuo di 130 mila famiglie, con un risparmio economico di circa 75 milioni di euro. Inoltre, l’ora legale ha evitato l’immissione in atmosfera di 160 mila tonnellate di CO₂.

Tuttavia, questi vantaggi vengono sempre più messi in discussione. Con il suo intervento su X, Sánchez ha rilanciato l’idea che i benefici energetici siano ormai marginali, mentre gli effetti sulla salute non vadano sottovalutati: “La scienza dice che il cambio non porta vantaggi in termini di risparmio energetico e causa invece disturbi ai ritmi biologici”.

Il confronto in Europa

Il tema divide l’Unione Europea da anni. Nel 2018, la Commissione Juncker aveva promosso una consultazione pubblica che coinvolse 4,6 milioni di cittadini: l’84% si dichiarò favorevole all’abolizione del cambio, con punte del 93% in Spagna.

Oggi Madrid vuole riaprire ufficialmente il dossier, ma per modificare la normativa serve una maggioranza qualificatanel Consiglio Ue: almeno 15 Stati su 27 o Paesi che rappresentino il 65% della popolazione europea. Sostenuto dalla vicepresidente della Commissione Teresa Ribera, Sánchez punta a riportare il tema al centro del dibattito europeo, nella speranza di superare uno stallo che dura ormai da anni.

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