La Commissione d’accesso, inviata dal Prefetto di Napoli, si è ufficialmente insediata al Comune di Pomigliano d’Arco per esaminare gli atti amministrativi. La notizia è stata diffusa tramite una nota ufficiale dell’amministrazione comunale, che ha precisato che i lavori sono iniziati questa mattina. L’obiettivo della Commissione è valutare la regolarità dell’operato dell’amministrazione e, in particolare, verificare eventuali infiltrazioni malavitose.
Il sindaco di Pomigliano d’Arco, Raffaele Russo, ha espresso la sua piena fiducia nel lavoro dell’amministrazione comunale, dichiarando: “Poiché siamo assolutamente sereni e certi della correttezza dell’operato di questa amministrazione, attendiamo con tranquillità i riscontri della Commissione d’accesso.” Un atteggiamento di calma che contrasta con le polemiche e le accuse che hanno caratterizzato la sua gestione negli ultimi mesi.
Pomigliano d’Arco, con una popolazione di circa 40.000 abitanti, è uno dei centri nevralgici della provincia di Napoli, grazie alla presenza dello stabilimento Stellantis e ad altri importanti insediamenti industriali. Il sindaco Russo, 84 anni, ha alle spalle una carriera politica lunga e controversa. Dopo aver governato la città dal 1980 al 1990 con il PSI e aver ricoperto il ruolo di senatore dal 1992 al 1994, fu coinvolto in un’inchiesta che portò al suo arresto nel 1994, in seguito a un’accusa di infiltrazioni camorristiche, ma venne prosciolto in quanto il fatto non sussisteva. Dopo aver interrotto la sua carriera politica nel 2000, Russo è tornato sulla scena politica nel 2010, ricandidandosi con il centrodestra e vincendo le elezioni, per poi replicare nel 2015 e nel 2020.
Nel maggio 2023, Russo è stato rieletto con il 72,5% dei consensi, ma non senza contrasti. Recentemente, è stato al centro di un acceso confronto con Francesco Emilio Borrelli, parlamentare di AVS, che aveva sollecitato l’invio di una Commissione d’accesso a causa di presunti legami tra l’amministrazione comunale e la camorra. La risposta di Russo non si è fatta attendere: durissime dichiarazioni e la minaccia di querela per diffamazione.
Tuttavia, mentre il sindaco insiste sulla presunta inesistenza della camorra a Pomigliano, la realtà dei fatti racconta una storia diversa. Le indagini degli inquirenti e la cronaca locale riportano dati preoccupanti, come interdittive antimafia e sequestri di armi e sostanze stupefacenti, confermando la presenza di attività criminali locali che operano in città e nella provincia di Napoli.
Una delle vicende più rilevanti riguarda l’ex comandante della polizia municipale, Luigi Maiello, licenziato lo scorso 8 aprile dal Comune di Pomigliano e poi reintegrato al lavoro dal TAR Campania. Maiello è stato protagonista di diverse indagini riguardanti l’intreccio tra costruttori e organizzazioni malavitose, in particolare per quanto riguarda le concessioni edilizie rilasciate dal Comune a ditte legate ai clan. Una di queste, la Piramide srl, risulta infatti sottoposta a un’interdittiva antimafia da parte della Prefettura di Napoli, ed è pare riconducibile ai figli del boss Nicola Foria. Le indagini avevano portato alla luce una serie di irregolarità, come la concessione di circa 800 appartamenti a Pomigliano d’Arco, per un valore di circa 60 milioni di euro, che non rispettavano i vincoli urbanistici previsti dalla legge.
La reazione di Russo, già noto per le sue affermazioni contro l’esistenza della camorra in città, è stata dura: “La camorra a Pomigliano è estinta,” aveva dichiarato in consiglio comunale, criticando anche la Prefettura per aver disposto interdittive antimafia “con leggerezza”. Secondo Russo, Maiello avrebbe alimentato un clima di allarmismo senza fondamento.
La Commissione d’accesso ora avrà il compito di fare chiarezza su questi delicati temi e di restituire una valutazione imparziale sulla situazione amministrativa e sulla possibile infiltrazione della criminalità organizzata. In attesa dei risultati, Pomigliano d’Arco vive un momento di tensione, con una cittadinanza che chiede maggiore trasparenza e giustizia.