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venerdì, Marzo 29, 2024
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Lunga intervista de il Mattino a Sarri: «Perché non allena più il Napoli? Non lo so»

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E’ un colpo al cuore. Una ferita che ancora fatichiamo a far guarire del tutto e che, all’improvviso, si riapre. Di nuovo. L’attentatore alla pace del cuore, questa volta, è il Mattino. No, non è certo una critica: è splendida l’intervista fatta a Maurizio Sarri. Le verità riportate a galla dal quotidiano di Napoli, attraverso le parole del Comandante, destabilizzano l’anima. Che non può che ritornare in tumulto. L’ex allenatore del Napoli, però, ha raccontato le sue verità. Che, per molti, e per i contenuti, si possono definire tranquillamente verità oggettive. Ma non è questo il punto: ci importano le parole e a quelle decideremo se credere o meno.

L’intervista de il Mattino, dicevamo, direttamente dal centro sportivo del Chelsea. Un gioiello, immerso nel verde, all’avanguardia, polifunzionale. Un habitat ideale per costruire successi e dove accogliere campioni provenienti da chissà dove. Maurizio Sarri, nel triennio partenopeo, ha sempre spostato l’attenzione sull’importanza delle strutture. Peccato che chi di dovere non ha mai voluto recepire il messaggio. Taormina, l’inviato de il Mattino, incalza con le domande. Gli chiede di questo inizio in Premier League. Ma le domande che interessano sono altre, così come le relative risposte. Qui, eccole.

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Le capita ancora di ripensare a quel Fiorentina-Napoli?
«Mi capita di ripensarci. Per forza. Sarebbe stato il coronamento di una storia straordinaria, di un sogno mio, della squadra e di tutta la città. Ovvio che mi capita di rivivere qui momenti, in ogni istante. Qualcuno ha fatto ironia sulle mie parole, ma chi ha fatto sport sa che abbiamo perso lo scudetto in albergo».

Allora avrà ancora mal di pancia per quell’Inter-Juve?
«Sì. Perché quello che è poi successo il giorno dopo è la conseguenza di quella partita».

Ancelotti può riuscire dove non è riuscito lei?
«Lo spero per la città, per i tifosi. Napoli è una città straordinaria, merita di vincere lo scudetto. Io da tifoso del Napoli sono contento che sia Carlo ora a fare l’allenatore perché non solo ha vinto ovunque è stato, ma si è fatto voler sempre bene da tutti. Vuol dire che le qualità umane e professionali sono straordinarie».

Perché non è più l’allenatore del Napoli?
«Ancora non lo so. Bisogna chiederlo alla società. Ma ora ho il Chelsea, e sono felice. C’erano dei motivi per cui volevo rimanere al Napoli e c’erano dei motivi per cui avevo delle perplessità. Il contratto che ha voluto il presidente prevedeva una clausola rescissoria con scadenza 31 maggio e invece il 21 maggio hanno fatto il contratto ad Ancelotti».

Come ha saputo del suo ingaggio?
«Ero a cena con Pompilio, il collaboratore di Giuntoli, con cui stavo discutendo proprio se restare o no. Abbiamo acceso la tv e abbiamo visto l’ingresso alla Filmauro di Ancelotti. Cosa ho pensato? Quello che pensavo prima, ma lo tengo per me».

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