Gli uomini della squadra mobile di Napoli, insieme a quelli del commissariato di Castellammare di Stabia, dopo una prolungata indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno catturato a Gragnano Antonio Di Martino, di 40 anni, ricercato dal 2018 per estorsione aggravata dal metodo mafioso Latitante ormai dal dicembre del 2018 alcuni mesi fa riuscì a sfuggire all’ennesimo blitz delle forze dell’ordine. Secondo fonti investigative, il boss in questo periodo avrebbe contato sull’appoggio di alcuni fedelissimi del clan che nei boschi dei Lattari stanno facendo di tutto per nasconderlo. La pericolosità del Di Martino è fuori discussione: nell’inchiesta Olimpo è descritto come un capo clan sanguinario pronto a tutto pur di fare rispettare la sua legge nel territorio di Gragnano e Pimonte. Per la Dda, insieme al fratello Fabio Di Martino (al momento ai domiciliari), è lui a gestire gli affari di famiglia, dalle estorsioni allo spaccio nel quartiere di Iuvani. E proprio sulla vendita di stupefacenti che si basa l’ultima ordinanza di custodia cautelare a suo carico emessa qualche mese fa.
Secondo fonti investigative Di Martino avrebbe siglato un’alleanza con la potente cosca dei D’Alessandro di Scanzano. Un’alleanza sancita anche con un matrimonio con un figlio di Leonardo o’ Lione e la figlia del boss Paolo Carolei. Per la Dda, Di Martino riforniva di marijuana la cosca stabiese che di fatto la rivendeva all’interno delle piazze di spaccio. Antonio Di Martino è uno degli uomini di punta dell’inchiesta “Olimpo”, l’indagine che ha svelato l’assurdo patto d’affari tra le cosche dell’area stabiese per spartirsi il business del racket.
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