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giovedì, Aprile 18, 2024
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“Liberi, liberi, liberi”. L’urlo di Napoli per i 3 napoletani scomparsi in Messico

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Si riempie la piazza di Napoli per la fiaccolata in sostegno dei napoletani scomparsi. In corso la manifestazione davanti a Palazzo San Giacomo per Raffaele Russo 60enne, suo figlio Antonio di
25 anni e suo nipote Vincenzo Cimmino di 29 anni. Della vicenda è stata informata anche la
Farnesina, che sta seguendo il caso con l’ambasciata nella capitale messicana in stretto raccordo
con le autorità locali e in costante contatto con la famiglia.
Raffaele Russo vendeva in strada capi di abbigliamento acquistati a Napoli, i due ragazzi
l’avevano raggiunto, per lavorare lì, appena cinque giorni prima di scomparire. Il primo di cui si
sono perse le tracce è stato proprio il 60enne che, nel primo pomeriggio del 31 gennaio, è uscito
dall’albergo Fuerte Real di Ciudad de Guzman. Da quel momento di lui non si è saputo più nulla.
Il figlio e il nipote lo hanno cercato, ma il suo telefono non dava più segni. In Messico vivono
altri due figli di Raffaele Russo, Francesco e Daniele, ma in quelle ore si trovavano in un’area più
lontana rispetto a quella dove è scomparso il padre. Così hanno chiesto ad Antonio e Giuseppe di
iniziare a cercarlo. I due ragazzi hanno seguito il segnale del Gps dell’auto noleggiata
dal 60enne ma, giunti nella posizione segnalata non hanno trovato né lui, né l’auto. Hanno
anche chiesto in giro se qualcuno l’avesse visto, ma nessuno ha saputo fornire informazioni utili.
Durante la ricerca, Antonio e Giuseppe si sono fermati a fare benzina ad un distributore e sono
stati avvicinati da alcuni poliziotti a bordo di due moto e un’auto, che hanno intimato loro di
seguirli. Antonio invia un messaggio vocale WhatsApp al fratello Daniele, ed è a quel punto che è
accaduto qualcosa di strano. Da quel momento sono scomparsi nel nulla. ”Ad oggi non è
pervenuta nessuna richiesta di riscatto – dicono i familiari -. Chiediamo la massima diffusione
della notizia e delle foto segnaletiche. Abbiamo provato a contattare l’ufficio di polizia di
Tecaltitlan e in un primo momento ci hanno detto che Antonio e Vincenzo erano stati arrestati
e stavano andando all’ufficio di comando, mentre di Raffaele non sapevano nulla. Ma durante
una seconda telefonata questa versione è stata negata dalle stesse autorità messicane”. Il
sospetto, allora, è che nella scomparsa sia coinvolta proprio la polizia messicana o, almeno, la
parte corrotta che spesso ha agito affiancando i narcos dei cartelli della droga.
Intanto, ieri pomeriggio allo Stadio ‘San Paolo’, durante il mach Napoli-Spal è stato esposto in
curva A uno striscione di solidarietà: “Liberate i napoletani in Messico“, inoltre,nel quartiere
dove vivono i familiari si è svolta una fiaccolata di solidarietà: “Aiutateci a rivederli presto, non
consentite che su questo caso cali l’oblio“, è l’appello ribadito alle istituzioni italiane.

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