Sembra essere indissolubile il connubio tra musica neomelodica e malavita. L’ultimo caso che conferma gli stereotipi viene direttamente da Foggia e porta la firma di Salvatore Ciaccia, neomelodico tarantino, che in una canzone, correlata da un video, omaggia il boss Michele Russi, detto “Lilino Coccione“, ucciso lo scorso mese di novembre mentre si trovava nel salone da barba a San Severo, suo fortino.
Chiari i riferimenti alla vita del boss nella canzone, con immagini che ritraggono “Coccione” in momenti privati di vita. La canzone, Texas, che prende il nome dal quartiere della cittadina pugliese in cui il boss aveva stabilito la sua roccaforte, è stata pubblicata su Youtube e sta registrando visualizzazioni record, passando di bacheca in bacheca tra gli affiliati del clan. Nella cittadina in provincia di Foggia la canzone già inizia a spopolare e i giovani la ascoltano ad alto volume nelle auto che sfrecciano tra i vicoli del “Texas” balzato agli onori della cronaca per numerosi episodi delittuosi.
“Rimani il re di questa famiglia”, e ancora “sei un gigante, sei un leone“, si ascolta. Nella carrellata di filmati di vita privata del boss appare anche la visita del cantante alla tomba del boss defunto. Non solo le immagini del boss ma anche una “poetica” scena in cui la moglie di Russi viene filmata mentre annusa malinconica una camicia di Coccione.
“Lilino Coccione, tu come lo chiamavi? Una moglie, 100 figli, potevi chiamarlo papà” recita la canzone. “Non ti possiamo mai dimenticare. Se tu fossi vivo non ti canterei questa canzone, sei un gigante. Ti voglio bene”. Così si conclude la canzone anche criticata aspramente su Youtube da chi, giustamente, ricorda i precedenti a carico del Russi, critiche “zittite” con minacce e insulti da chi il “padrino”, evidentemente, lo osanna ancora.
