La Procura non perde tempo e per la sparatoria avvenuta all’esterno della chiesa di piazza Castello ad Afragola (avvenuta nell’aprile scorso) ottiene il processo per quattro dei presunti protagonisti di quell’episodio di guerriglia urbana. Ricostruita anche la motivazione che risale ad inizio anno, precisamente durante la notte di Capodanno quando ci fu una lite tra il figlio di uno dei feriti ed i componenti della famiglia Cesarano che esplosero diversi fuochi d’artificio nei pressi dell’abitazione della famiglia Dibucci. Da qui lo screzio e una prima aggressione, poi culminata in promesse di vendetette trasversali fino a domenica scorsa quando si sono affrontate dopo la messa. Carmine Cesarano, Agostino Cesarano, Ferdinando Sellitto, Agostino Ramaglia e Ciro Pugliese (difesi dall’avvocato Dario Carmine Peocentese e dall’avvocato Claudio Davino) davanti al giudice hanno chiarito la loro posizione sostenendo di essersi limitati a difendersi e che erano armati perché nei giorni scorsi avevano subito minacce. Ciro Pugliese aveva invece ottenuto la scarcerazione in quanto il fermo non fu convalidato perché era stata ritenuta inesistente la gravità indiziaria.
Per gli inquirenti i fermati avrebbero aggredito in piazza i componenti dell’altra famiglia, a mani nude e con le mazze da baseball (che sarebbero state fornite dalla donna indagata) fino a quando non è spuntata una pistola da cui sono stati esplosi diversi colpi, che hanno ferito tre persone, due della famiglia avversa (ancora in ospedale ed una in attesa di intervento chirurgico per l’estrazione dell’ogiva di un proiettile) e un parente degli stessi aggressori, che voleva placare gli animi e che è stato dimesso ieri sera.
Sul posto erano presenti tre telecamere della videosorveglianza comunale, che hanno permesso agli investigatori della Polizia, coordinati dalla Procura di Napoli Nord, di identificare i responsabili della violenta aggressione, il cui bilancio poteva essere drammaticamente più grave vista la presenza di tante persone in piazza.
Le accuse nei loro confronti sono triplice tentato omicidio, lesioni, porto e detenzione di arma da sparo e pubblica intimidazione con uso di armi.