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venerdì, Luglio 4, 2025
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Mutilato perché sospettato di furto, l’appello di Luca: “Niente sconti di pena”

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Era sospettato di aver rubato a casa di suo zio, così il cugino Raffaele Petrone ed un amico Luigi Nasti vollero punirlo, sparandogli ad una gamba. E’ la storia di Luca Mangiapia, il 27enne che a Napoli, il 2 novembre 2023, dopo essere finito in una trappola perse prima il piede e poi la gamba sinistra. I proiettili, infatti, gli recisero l’arteria femorale e rischiò seriamente di morire.

Se la cavò con l’amputazione della gamba sinistra, relegandolo però ad una vita da disabile con un risarcimento di soli 40mila euro. “Nessuno ha ritenuto scandaloso che il risarcimento che mi hanno dato sia una miseria, 40mila euro a fronte di un danno che supera il milione – si è sfogato Mangiapia – Quanto vale una vita distrutta? Quanto vale la mia sofferenza?”.

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Una sofferenza legata anche alle vicende giudiziarie che conseguirono a quel furto, di cui ha sempre negato essere il responsabile, e al ferimento. In primo grado i due autori dell’agguato furono condannati rispettivamente a 6 anni e 8 mesi e a 7 anni e 4 mesi di reclusione per lesioni e non per tentato omicidio. In appello uno dei due imputati avrebbe patteggiato la pena a quattro anni e mezzo e si appresterebbe a farlo anche l’altro, uno scenario che non va affatto già a Mangiapia. “Ritengo sia ingiusto e pericoloso – afferma il 27enne – significherebbe dire a tutti che si può mutilare una persona e cavarsela con pochi anni di carcere. Sarebbe un pericoloso precedente, una ferita inferta non solo a me, ma a chiunque creda nello Stato di diritto”.

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