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giovedì, Aprile 25, 2024
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Colpo all’Alleanza di Secondigliano, ma Maria Liccardi sfugge al blitz: la ‘signora’ della Masseria Cardone è irreperibile

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E’ sfuggita alla cattura Maria Licciardi, coinvolta nell’operazione che ha portato all’arresto di oltre 100 persone contro l’Alleanza di Secondigliano. Quando le forze dell’ordine sono andate nel suo appartamento la signora Licciardi non c’era, al momento è ancora irreperibile.

A capo del clan Licciardi c’è attualmente un direttorio guidato da due donne che agiscono alla pari, tra queste c’è anche Maria Licciardi.

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“Stavano per essere torturati e uccisi”, salvati da Maria Licciardi

«Durante un incontro alla Masseria Cardone tra la Vanella e gli Abete-Abbinante quest’ultimi sequestrarono Carmine Pocci e Virgilio Giannino». Illiano ha poi spiegato:«Credo che li volessero uccidere, comprendendo che con la Vanella vi era stata una rottura, cagionata dal fatto che lo stesso giorno era stato ferito Riccio Diego. Pocci e Giannino erano legati in una macchina, mentre si decideva il loro destino. La Vanella, in persona di Antonio Mennetta, si reca alla Masseria Cardone, da Maria Licciardi per ottenere la liberazione di questi due ragazzi. Queste circostanze mi sono state raccontate da Fabio Magnetti in carcere a Secondigliano. Maria Licciardi alla Masseria organizzò un incontro tra esponenti degli Abbinante, tra cui Giovanni Esposito o’ muort, Pasquale o’ palloso mentre per la Vanella ci andarono Mennetta Antonio e Luigi Aruta, per come mi è stato riferito in carcere da Daniele D’Agnese, che aveva saputo dell’incontro da Raffaele Aprea. Costui riferì a D’Agnese che stava anche lui all’incontro o aveva avuto notizie dirette da chi vi aveva partecipato, Aprea è un esponente degli Abete Abbinante. In questo incontro Mennetta per come mi è stato riferito da Magnetti, disse a Giovanni o’ muort che Stanchi lo aveva ucciso lui». Il particolare della terza faida fu rivelato lo scorso anno ai magistrati dal pentito Giovanni Illiano, ex ras degli Amato-Pagano.

 

L’operazione

I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Napoli hanno arrestato 126 affiliati ai clan Contini, Mallardo e Licciardi, facenti parte della cosiddetta “Alleanza di Secondigliano”. La maxi-operazione ha interessato non solo la provincia di Napoli e altre località del territorio nazionale ma anche diversi stati esteri, dove i carabinieri –tramite Interpol– si sono avvalsi della collaborazione delle locali forze di polizia.
Le indagini, coordinate dalla Dda di napoli, sono state condotte anche con l’apporto investigativo della Polizia di Stato e della dia ed hanno portato alla contestazione agli indagati di numerosi reati che vanno dall’associazione di tipo mafioso al traffico di sostanze stupefacenti, all’estorsione, all’usura, al riciclaggio ed altri gravi reati. Contestualmente, inoltre, la Guardia di Finanza ha sottoposto a sequestro l’ingente patrimonio illecitamente accumulato dai clan per un valore di circa 130 milioni di euro.

Di fatto sono stati ricostruiti gli assetti gerarchici interni all’Alleanza di Secondigliano e sono stati documentati i numerosi reati commessi dagli affiliati, indicatori della pervicace capacità di intimidazione esercitata sul territorio e, in alcuni casi, anche di ingerenza all’interno di strutture pubbliche.

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