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giovedì, Aprile 25, 2024
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Mascherine in vendita a 150 euro, scoperti ‘furbetti del coronavirus’ a Napoli

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Un vero e proprio “CORONAVIRUS SHOP”, almeno questa è la denominazione
riportata in uno dei tanti siti individuati dalla Guardia di Finanza di Torino che sta
proseguendo le indagini dopo la maxi operazione dei giorni scorsi che ha visto
migliaia di articoli, spacciati come “antidoti” contro il virus, venduti a prezzi folli.
Ionizzatori d’ambiente, mascherine, tute, guanti protettivi, prodotti igienizzanti,
occhiali, kit vari, facciali filtranti, copri-sanitari, integratori alimentari insomma di tutto
un po’, il cui utilizzo da parte dei consumatori, almeno questo è quello che è stato
ingannevolmente pubblicizzato dai venditori, poteva garantire l’immunità totale dal
COVID-19.

Salgono così a 33 in pochi giorni i truffatori del web tutti pronti a garantire una
protezione totale dal contagio dal “CORONAVIRUS”, grazie all’utilizzo delle più
disparate apparecchiature ovvero dispositivi di protezione individuale di facile
reperibilità sul mercato. Anche in questo caso i prezzi alla vendita per ogni singolo articolo, come già hanno raccontato le cronache nei giorni scorsi, hanno raggiunto le migliaia di Euro.
I Baschi verdi del Gruppo Pronto Impiego Torino, coordinati dai magistrati Vincenzo
Pacileo e Alessandro Aghemo della Procura della Repubblica di Torino, sono riusciti a
identificare ulteriori 14 imprenditori, tutti italiani, responsabili di frode in commercio.
Rischiano ora fino a 2 anni di reclusione.

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Sul punto si pone in evidenza il fatto che le autorità sanitarie sono state ripetutamente
chiare nel lanciare i messaggi alla collettività sulle modalità di utilizzo, sulla tipologia e
sull’effettiva protezione degli articoli sanitari che in ogni caso devono esser associati
ad un corretto stile di vita dal punto di vista igienico-sanitario, senza sottolinearne
inesistenti effetti “miracolistici”.

La frode scoperta dalla Guardia di Finanza torinese riguarda tutto il territorio
nazionale.
Ferramenta, commercianti di detersivi, autoricambi, coltivatori diretti e allevatori di
bestiame, venditori porta a porta, profumerie queste le attività dei “furbetti del web”.
Torino, Cosenza, Napoli, Foggia, Rimini, Salerno, Caserta, Modena, Cagliari,
Campobasso, Mantova e Macerata, invece, le province coinvolte nell’operazione.

I Finanzieri, chiudendo il “cerchio” intorno a questa prima fase investigativa, hanno
inoltre segnalato all’Autorità Giudiziaria le 16 società coinvolte per la responsabilità
amministrativa derivante dalla commissione dei reati, violazioni queste, che
prevedono sanzioni e pene severissime; si va dalle sanzioni pecuniarie, alla confisca
del profitto ottenuto, alla revoca delle licenze, sino al divieto di contrattare con la
Pubblica Amministrazione.

L’attività citata che è solo agli inizi, rientra nel quadro delle attività svolte in via
esclusiva dalla Guardia di Finanza quale organo di Polizia Economico Finanziaria a
tutela della concorrenza e del mercato posta ad argine delle Frodi in Commercio ed in
materia di Sicurezza Prodotti.

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