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venerdì, Marzo 29, 2024
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Napoletani scomparsi, le prime parole dei due boss messicani arrestati

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“Un arresto eccellente, di colui che potrebbe essere il mandante del sequestro dei tre italiani in Messico, potrebbe presto rivelare informazioni sensibili sulla sorte dei tre nostri connazionali”. Lo riferisce all’Ansa l’avvocato Claudio Falleti, legale delle famiglie dei tre napoletani scomparsi in Messico (Raffaele Russo, 60 anni, il figlio Antonio Russo, 25 anni, e suo nipote Vincenzo Cimmino, 29 anni) di cui non si hanno più notizie dallo scorso 31 gennaio.

“Le forze dell’ordine hanno arrestato Josè Guadalupe Rodriguez Castillo – aggiunge l’avvocato – ritenuto a capo del cartello criminale Jalisco Nuova Generazione. Lo ho appreso da una conferenza stampa convocata per illustrare il blitz”.

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Josè Guadalupe Rodriguez Castillo avrebbe pagato la polizia della città messicana di Tecalitlan per consegnare i tre italiani scomparsi a gennaio al cartello della droga di Jalisco. Per questo motivo, ha spiegato il procuratore federale, la polizia messicana lo ha arrestato. L’uomo, trovato in possesso di marijuana, anfetamine e armi da fuoco, è stato fermato insieme ad un’altra persona.

Secondo quanto riferisce l’avvocato Falleti, l’arresto di Josè Guadalupe Rodriguez Castillo, detto el Quince e noto anche con il soprannome di don Lupe, sarebbe il risultato di un’attività investigativa realizzata da un gruppo speciale. Le indagini, continua il legale, sono state coordinate dalla procura generale del Messico ed estese negli Stati confinanti con Jalisco. I tre napoletani sono scomparsi dalla città di Tecalitlan nello stato di Jalisco.

Durante l’interrogatorio dei quattro poliziotti arrestati nei mesi scorsi (con l’accusa di aver “consegnato” gli italiani a un’organizzazione criminale, reato che hanno poi confessato senza rivelare il nome della banda né a quale prezzo), è emerso che gli italiani furono consegnati a un certo don Angel. Secondo Falleti, “Don Lupe, o el Quince, così com’è conosciuto e don Angel, potrebbero, verosimilmente, essere la stessa persona”.

In manette anche Josè Guadalupe Rodriguez Doroteo, detto el junior, considerato al vertice dello stesso cartello criminale messicano

In messaggio ai media ha affermato che i detenuti sono stati trasferiti a città del Messico e messi a disposizione del Ministero pubblico della federazione assegnato alla subprocuraduría specializzata nella ricerca della criminalità organizzata, allo scopo di determinare la loro situazione giuridica.

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