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giovedì, Marzo 28, 2024
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Napoli aggrappato al treno scudetto ma deve scacciare i suoi ‘fantasmi’

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“Sconfitta che è una sentenza”. Le parole di Luciano Spalletti al termine della partita persa domenica scorsa, l’ennesima purtroppo in casa, contro la Fiorentina, sembrano sancire la fine del sogno scudetto per gli azzurri. Dopo aver dichiarato di “credere più che mai” al tricolore, il Napoli si ritrova ora a fare i conti con una realtà ben lontana da quella auspicata soltanto poche ore prima della partita. Sì, perché con la vittoria dei Viola al Maradona il Napoli si è visto raggiungere dall’Inter al secondo posto in classifica (i neroazzurri hanno anche una partita in meno, ndr), ed ora il destino non è più nelle mani della squadra di Spalletti.

Però a dare ancora speranza al Napoli è stato il pareggio del Milan sul campo dell’indomito Torino di Juric. Il primo posto è a soli due punti. Quindi, fino a quando la matematica lo consente, come ha ben detto il capitano Koulibaly nel post gara, è un obbligo credere ancora nel sogno tricolore e chi non lo fa “resti fuori dallo spogliatoio”. A patto che, però, si mettano da parte le insicurezze ed i limiti che hanno caratterizzato la squadra da inizio anno.

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I limiti del Napoli in questa stagione

In primis, e qui ci affidiamo alle statistiche, il Napoli deve superare il “problema Maradona“, visto che delle 6 sconfitte subite quest’anno in campionato ben 5 sono arrivate tra le mura amiche. Un vero e proprio paradosso per una squadra che, almeno nella sua storia recente, aveva fatto dell’impianto di Fuorigrotta il suo fortino.

Il secondo ‘limite’ è l’approccio con i big match. In questa stagione, infatti, il Napoli ha ‘steccato’ due partite fondamentali “da 6 punti”, quelle in casa contro Milan e Inter (al Meazza perse 3-2 mentre a San Siro uscì vittorioso 0-1). Contro quest’ultimi è arrivato un pareggio (dopo aver chiuso il primo tempo avanti) mentre contro i rossoneri addirittura una sconfitta. Considerando anche i 4 punti contro la Juventus, il bilancio del Napoli contro le prime 4 in classifica è di 8 punti.

Può essere un fattore sicuramente il rendimento di un perno del centrocampo azzurro come Zielinski. Il polacco, infatti, ha vissuto, fin qui, una stagione molto altalenante, scandita da 5 gol e 5 assist ma anche da diverse prestazioni anonime e negative, come quella di domenica scorsa. Impossibile non considerare anche la stagione altalenante di Insigne (8 gol e 6 assist, l’anno scorso 19/8) che ha cominciato l’anno come capitano del Napoli e lo concluderà come nuovo numero 10 del Toronto.

Perché credere ancora allo Scudetto?

Al netto delle difficoltà, gli azzurri hanno dalla loro diversi motivi per credere nella vittoria del tricolore. Innanzitutto la distanza dal primo posto in classifica, oggi lontano soltanto due punti. Ad aiutare poi è un calendario agevole che, dopo la Roma al Maradona, vedrà il Napoli affrontare Empoli, Sassuolo, Torino, Genoa e Spezia. Discorso opposto per il Milan che ha davanti a sé un finale di stagione in salita, dovendo giocare – nell’ordine – contro: Genoa, Lazio, Fiorentina, Verona, Atalanta e Sassuolo.

Inutile dire che i partenopei, oltre ad essere costretti a vincere tutte le partite da qui fino a fine campionato, devono sperare in un passo falso dell’Inter che, dei 7 match rimasti da giocare fino al 22 maggio, deve ‘inciampare’ almeno in un pareggio.

Il fattore Osimhen

A differenza di Inter e Milan, il Napoli ha dalla sua il ‘fattore Osimhen‘. Gli azzurri hanno, infatti, nel loro terminale offensivo un giocatore in grado di fare la differenza come pochi in Serie A, capace di risolvere le partite da solo. La coppia d’attacco dei neroazzurri, formata da Dzeko e Lautaro Martinez, così come le punte del Milan, Ibra o Giroud, non garantiscono invece la mole di gol e le incoraggianti prestazioni del nigeriano. Da quando è  rientrato dall’infortunio, l’attaccante ha messo a referto 6 gol in 7 partite. Inoltre la punta nigeriana mostra anche uno strapotere fisico che gli permette di essere – potenzialmente – decisivo in ogni partita.

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