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sabato, Aprile 20, 2024
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Armi e tratta di migranti, partiva da Napoli il traffico da milioni di euro

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C’era anche il riciclaggio transnazionale di ingenti capitali illeciti tra gli affari del gruppo criminale smantellato dai carabinieri del Nucleo informativo di Palermo che hanno eseguito il fermo emesso dalla locale Procura distrettuale antimafia a carico di 17 persone, accusate a vario titolo di associazione per delinquere a carattere transnazionale dedita al traffico di clandestini sulla tratta balcanica, al traffico di armi e al riciclaggio di danaro e preziosi. Riciclaggio di denaro provento di furti e rapine a bancomat, ma anche di oro e diamanti. Gli ispiratori della rete d’affari erano Fatmir Ljatifi e Giuseppe Giangrosso, che per portare a termine i propri affari si sono serviti di volta in volta dell’aiuto degli altri indagati.

Ad occuparsi del riciclaggio del denaro provento di furti e rapine a bancomat erano Francesco Tinnirello, Salvatore Morello, Gabriele Torres e altri stranieri non individuati; del denaro da movimentare attraverso canali bancari Luan Dobjani, Denis Nikci e altri soggetti non individuati; dell’oro Driton Rexhepi e altri soggetti non identificati e dei diamanti lo stesso Driton Rexhepi, Astrit Rexhepi, Uran Ameti e altri stranieri non individuati. La ‘ripulitura’ delle banconote provento di furti e rapine a sportelli bancomat macchiate di inchiostro indelebile avveniva nei Balcani grazie all’utilizzo di reagenti chimici, che danneggiavano, però, gli ologrammi impressi sulle banconote. Da qui la necessità di sostituirli. “Ljatifi sino a poco tempo addietro – spiegano gli investigatori si sarebbe fornito di ologrammi a Napoli, dove, però, al momento il canale di fornitura parrebbe essersi interrotto”.

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(AdnKronos) 

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