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Napoli, gambizzato dal cugino per un sospetto: condannati Nasti e Petrone

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Rischiavano entrambi otto anni di carcere e invece al termine del processo di primo grado le condanne per loro sono state lievemente inferiori. Luigi Nasti e Raffaele Petrone, imputati per il tentato omicidio di Luca Mangiapia sono riusciti a limitare i danni. Nasti è stato condannato a sei anni e otto mesi (difeso dagli avvocati Leopoldo Perone e Giuseppe Biondi) mentre Petrone (difeso dall’avvocato Riccardo Ferone) è stato condannato a sette anni e quattro mesi. Per entrambi il gup Battinieri ha escluso le aggravanti della premeditazione e dei motivi futili e abietti. Mangiapia fu ferito dai due perché era accusato di aver compiuto un furto in danno del fratello dello stesso Petrone. Una sorta di mini guerra familiare visto che la vittima e Petrone sono anche cugini.

Fondamentale per la ricostruzione della dinamica le dichiarazioni del padre della vittima che, ascoltato dai carabinieri, ha dichiarato: «Mio figlio Luigi (fratello della vittima ndr) mi raccontava che ad aver cagionato le ferite inferte a Mangiapia Luca erano stati i suoi cugini, tali Petrone Raffaele e Petrone Giuseppe (questi ultimi fratelli tra loro). In particolare, secondo quanto riferitomi da mio figlio Luigi, il motivo per cui i fratelli Petrone avevano fatto del male a Luca risiedeva nel fatto che gli stessi, credo la settimana scorsa, avessero subito un furto in abitazione di orologi di valore, soldi ed oro, ed incolpavano dell’accaduto proprio Luca sulla base di alcune videoriprese di sorveglianza. Sul punto, preciso di non sapere quale sia l’abitazione in cui si sarebbe verificato tale furto. Tali cose, Luigi mi diceva di averle apprese in quanto stanotte- prima di recarsi in ospedale – era stato contattato telefonicamente da sua zia, tale Petrone Monica la quale gli aveva chiesto di raggiungerla immediatamente a casa».

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