I due interrogatori a cui è stato sottoposto Vincenzo Loffredo, papà della neonata sbranata in casa dal pitbull ad Acerra, non hanno dissipato i dubbi degli inquirenti che vogliono capire con assoluta certezza se il 24enne fosse realmente in casa mentre si concretizzava la tragedia.
Nei giorni immeditamente successivi alla terribile uccisione della piccola Giulia, le forze dell’ordine avevano provveduto a sequestrare le immagini registrate delle telecamere di videosorveglianza poste nelle immediate vicinanze del complesso di edilizia popolare Ice Snei, dove Loffredo viveva con la sua compagna.
I filmati sono stati visti più e più volte dagli 007 senza che emergesse qualcosa di utile alle indagini e così la Procura di Nola ha deciso di sequestrare il cellulare del giovane per verificare la presenza di elementi utili a capire dove si trovasse realmente tra le 21.30 e le 23 di sabato 15 febbraio.
Un particolare non da poco visto che potrebbe influire sulle contestazioni mosse nei confronti di Loffredo da parte del pubblico ministero: attualmente è indagato per omicidio colposo, ma qualora dovesse venir fuori che il barista si trovasse fuori dall’appartamento in quella tragica serata, scatterebbe per lui anche l’accusa di abbandono di minore. Lo smartphone di Loffredo sarà analizzato attentamente anche per verificare se lo abbia utilizzato invece anche in quella tragica ore in cui ha più volte ribadito di essersi addormentato, non accorgendosi, dunque, di quanto stesse accadendo a pochi centimetri da lui.