Si è chiuso nel silenzio più totale, ma ha lasciato che il suo avvocato Luigi Montano riportasse la sua versione dei fatti. Vincenzo Loffredo, papà della neonata sbranata da un pitbull in casa ad Acerra, ha raccontato ai microfoni di Repubblica come sarebbero andate le cose nella notte tra sabato e domenica.
“Giulia era sul pavimento. L’ho presa in braccio, aveva dei morsi sul volto, c’era il sangue, ma respirava ancora – ha spiegato il 24enne – Ho infilato le pantofole e sono corso alla clinica Villa dei Fiori. È vicino casa. Mentre avevo Giulia stretta in petto telefonavo al 118 perché temevo che il pronto soccorso per i bambini fosse chiuso a quell’ora. Ero con mia figlia, la stavo accudendo, come faccio normalmente. La mamma era al lavoro e ho portato Giulia sul letto matrimoniale per giocare. Verso le 22 si è addormentata”.
Loffredo ha raccontato gli ultimi attimi vissuti con sua figlia, prima che verosimilmente si addormetasse per poi risvegliarsi in un incubo poco prima della mezzanotte: “Mi sono svegliato di soprassalto prima di mezzanotte, non ho trovato più Giulia che dormiva alla mia sinistra sul letto. Ho pensato che fosse rientrata la mia compagna e che l’avesse presa lei. Ho aperto la porta e l’ho chiamata, ma non mi ha risposto. Ho fatto il giro del letto e a terra c’era Giulia in una pozza di sangue. Nella stanza ho visto Tyson ma era lontano dal corpo”.
La sua versione è al vaglio degli inquirenti, che intanto hanno acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nelle vicinanze dell’appartamento dove si è verificata la tragedia: l’obiettivo è quello di trovare particolari utili per lo svolgimento delle indagini.