Nella notte tra il 31 dicembre 2021 e il primo gennaio dicembre del 2022 un commando armato entrò entrato in azione per uccidere Salvatore Capone in via Leopardi a Fuorigrotta. Subito gli investigatori collegarono quell’agguato mortale allo scontro criminale in atto tra il clan di Massimiliano Esposito e quello dei Troncone. La vittima, fedelissimo del boss di Bagnoli, aveva tatuato perfino sul corpo la parola ‘o Scugnato, soprannome del capoclan. Il dettaglio emerge dall’ultima ordinanza richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.
Dal delitto del 42enne sono state disposte le intercettazione telefoniche per Maria Matilda Nappi, moglie di Esposito. Le parole captate farebbero emergerebbe che la 50enne si sarebbe mostrata addolorata per la morte di Capone ed avrebbe assicurato il suo sostegno, sia nelle telefonate con la compagna sia con la madre della vittima, alla quale in particolare avrebbe detto di aver invitato il loro fedelissimo a festeggiare il Capodanno a casa sua, ma Capone avrebbe rifiutato l’invito dicendole che sarebbe andato a casa della mamma, inoltre, Nappi gli aveva raccomandato di essere prudente.
Le intercettazioni a Scalea fuori casa di ‘o Scugnato
Dunque per individuare gli autori dell’omicidio sono state autorizzate le intercettazioni dei colloqui visivi e telefonici, inoltre, sono state installate due telecamere fuori l’abitazione a Scalea dove si trovava agli arresti domiciliari ‘o Scugnato. Viene autorizzata anche l’intercettazione dell’utenza telefonica di Salvatore Iuliano, autista della donna.
Inoltre lo stesso affiliato sarebbe stato visto, nel marzo del 2022, nel corso di un colloquio in videochiamata tra Esposito e la moglie mentre avrebbe consegnato un fascio di banconote alla 50enne. Secondo i magistrati della Procura dalle intercettazioni emerge che durante la detenzione del boss Esposito, la moglie 50enne avrebbe diretto il gruppo criminale a Bagnoli.
Le guerre tra clan
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e condotte dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli e del Commissariato Bagnoli, hanno documentato come il clan fosse in grado di gestire le principali attività delittuose nella zona di influenza criminale sotto l’egida dell’Alleanza di Secondigliano, in virtù di radicati rapporti che legano alcuni dei suoi principali esponenti al clan Licciardi.
In una continua alternanza di alleanze e guerre con i sodalizi criminali contrapposti per il predominio territoriale nell’area flegrea, il clan Esposito-Nappi ha gestito una fiorente attività di spaccio di hashish curando ogni fase della filiera del narcotraffico, dall’approvvigionamento di ingenti quantitativi di droga, fino alla cessione al dettaglio.
Ieri la Polizia di Stato di Napoli, su delega del Procuratore della Repubblica del Capoluogo campano, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 13 esponenti del sodalizio criminale operante nei quartieri di Bagnoli, Agnano e nelle aree limitrofe. Undici esponenti del clan sono stati tratti in arresto e due sono attivamente ricercati dalla Squadra Mobile di Napoli, poiché irreperibili.