Ordini dal carcere e riciclaggio. Il gruppo Pecorelli di Miano presto alla sbarra: nei giorni scorsi infatti la Procura antimafia ha fissato per il prossimo autunno il giudizio immediato per Oscar Pecorelli ‘malomm, il figlio Rosario, la moglie Mariangela Carrozza, Oscar Pecorelli ‘o pastore, Vincenzo Bocchetti e Francesco Battimiello. Non è da escludere che i neoimputati, difesi dall’avvocato Domenico Dello Iacono, possano optare per il rito abbreviato. Le manette per ‘o malomm, la moglie e il figlio erano scattate nuovamente lo scorso gennaio: secondo la Procura di Napoli, sebbene condannato all’ergastolo per omicidio e ininterrottamente recluso dal 2010,’o malomm avrebbe continuato ad esercitare il comando usando dei cellulari in carcere e sfruttando la collaborazione della moglie e del figlio, ciascuno destinatario di una misura cautelare. I tre rispondevano di associazione armata di stampo mafioso, riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, estorsione e usura aggravate dal metodo mafioso, frode fiscale e accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti. Grazie ai familiari Pecorelli avrebbe continuato a dirigere attività di riciclaggio e di usura, impartendo direttive ai propri familiari e affiliati per riscuotere i soldi delle attività estorsive. Pecorelli per tenersi in contatto con il clan utilizzava in carcere dei cellulari clandestini, messaggi WhatsApp e mail. Una seconda retata aveva poi portato all’arresto del cugino e di due presunti sodali.
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