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sabato, Aprile 27, 2024
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Patente e bancomat di Giulia ritrovati nel tombino: spunta il coltello di Impagnatiello

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I vigili del fuoco hanno ritrovato alcuni documenti di Giulia Tramontano all’interno di un tombino situato nei pressi della stazione della metropolitana Comasina. Dunque si tratterebbe di una patente di guida che apparterrebbe alla 29ennue oltre ad un bancomat, una carta bancaria blu piegata a metà, e a un coltello taglierino di colore scuro.

L’INTERROGATORIO DI IMPAGNATIELLO

Intanto Tgcom24 apprende che Alessandro Impagnatiello durante l’interrogatorio ha dichiarato: “Nel momento in cui ho deciso di uccidere la mia compagna non c’era né ira né rabbia né desiderio di vendetta“. Venerdì 2 giugno nel carcere di San Vittore a Milano il barman ha risposto alle domande del gip Angela Minerva. “Ho deciso senza motivazioni. Ci sto pensando costantemente. La situazione era per me, mi passi il termine, stressante. Questa è l’unica cosa che posso dire, ma non c’era un reale motivo“.

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Accanto al 30enne nel corso di quell’interrogatorio c’era il legale Sebastiano Sartori, che ieri ha rinunciato al mandato per “motivi connessi al rapporto fiduciario con l’assistito”. Dunque il fidanzato di Giuliana è accusato di omicidio volontario aggravato, procurato aborto e occultamento di cadavere.

IL PRIMO INTERROGATORIO

Nel primo interrogatorio con i pm Alessia Menegazzo e Letizia Mannella, e i carabinieri del Nucleo investigativo, guidati da Antonio Coppola e Fabio Rufino, il barman aveva sostenuto cose diverse. Aveva detto che, dopo il ritorno di Giulia dall’incontro con l’altra donna del barman, i due avevano iniziato a discutere.

Aveva inoltre aggiunto che, mentre la compagna stava tagliando i pomodori per la cena, con il coltello aveva iniziato a procurarsi dei tagli a un braccio e al collo e che, allora, lui l’aveva colpita “per non farla soffrire”. Una versione a cui nessuno ha dato credito e che, allora, lo stesso 30enne ha smontato nel secondo interrogatorio davanti al gip. “Giulia non si è pugnalata, si è ferita inavvertitamente sul braccio destro mentre tagliava le verdure. Ho preso io il coltello e ho proseguito”.

IL COLTELLO CHE HA UCCISO GIULIA

Nel corso dello stesso interrogatorio, Impagnatiello ha indicato agli inquirenti dove trovare il coltello con cui ha ucciso Giulia: “È in cucina, sopra il frigorifero”. L’arma in giornata verrà sequestrata durante i rilievi scientifici dei carabinieri del Nucleo investigativo nell’appartamento di Senago in cui è avvenuto l’omicidio.

Intanto i carabinieri, con il supporto dei vigili del fuoco, stanno cercando il cellulare di Giulia che sarebbe stato gettato in un tombino alla fermata della metropolitana Comasina, a Milano. Le ricerche sono in corso da martedì mattina e sono contemporanee ai rilievi nell’abitazioni di Senago.

“COSI’ HO SPOSTATO IL CADAVERE”

“Ho spostato il cadavere dalla sala alla vasca da bagno, poi scendendo le scale verso il box, poi alla cantina, e nuovamente al box. Ho trascinato il corpo lungo le scale. Cantina e box si trovano sullo stesso piano, non ci sono ostacoli che li separano”, ha raccontato. Ai pm aveva detto di aver abbandonato i resti di Giulia intorno alle tre di notte di mercoledì 31 maggio. Da un primo esame del medico legale sembra però che il cadavere sia rimasto in quel luogo almeno 48 ore. Quindi il trasporto in via Monte Rosa, dove poi è stato trovato il cadavere, potrebbe essere avvenuto già nella notte di martedì 30.

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