Nel cammino verso il quarto scudetto della sua storia, il Napoli trova sulla sua strada un avversario che ha già fatto il proprio dovere: il Cagliari. Con il netto 3-0 rifilato al Venezia, la squadra guidata da Davide Nicola ha conquistato matematicamente la salvezza, centrando l’obiettivo stagionale. Ma l’ultimo capitolo del campionato, che si giocherà al Maradona, porta con sé molto più di tre punti in palio.
Sui social, la tifoseria rossoblù ha già indicato la missione simbolica: vendicare lo smacco del 1997.
Il 15 giugno 1997 si giocava lo spareggio per la permanenza in Serie A tra Cagliari e Piacenza allo stadio San Paolo di Napoli. Il campo di Fuorigrotta di fatto però fu neutro solo nella forma ma non nella sostanza, visto che numerosi tifosi napoletani si schierarono a favore del Piacenza, allenato da Bortolo Mutti, promesso sposo degli azzurri per la stagione successiva. Sul campo finì 3-1 per gli emiliani, con le lacrime iconiche del Cobra Sandro Tovalieri sotto la Curva A, che per l’occasione ospitava i supporter rossoblu.
Il clima fu teso sin dal prepartita e degenerò al termine dell’incontro. Il Cagliari perse, retrocesse in Serie B, e per le strade di Napoli si registrarono aggressioni e disordini. Un episodio rimasto impresso nella memoria collettiva del tifo isolano.
Una rottura traumatica, ma quasi annunciata, visto quanto accadde 5 anni prima, quando l’attaccante uruguayano Daniel Fonseca, idolo di Casteddu, passò al Napoli ed usultò in modo polemico dopo un gol segnato al Sant’Elia con la nuova maglia, con tanto di gesto dell’ombrello rivolto ai suoi ex tifosi.
Negli anni la tensione non si è mai allentata, anzi ha accompagnato partite molto sentite in terra sarda, dove i rossoblu sono chiamati dai propri supporter a tirare fuori la partita dell’anno, ogni qualvolta davanti si trovano gli acerrimi rivali azzurri. Come se non bastasse ad appesantire, se possibile, ancor più la situazione, ci hanno pensato i tifosi partenopei che nel corso dell’ultimo match disputato e vinto all’Unipol Domus, hanno esposto uno striscione provocatorio con la scritta: “A caccia di pecore”.