La profezia sulla Terza Guerra Mondiale sta rimbalzando sul web. Da giorni il mondo è con il fiato sospeso a fronte delle tensioni crescenti tra Russia e Ucraina che potrebbero causare un conflitto nell’intera Europa. In questi momenti di incertezza tanti si rifugiano nelle vecchie profezie attribuite al cosiddetto veggente di Voralberg. Come riportato da Il Messaggero esistono predizione nefaste che hanno un secolo esatto, tra le quali spunta quella relativa alla Terza Guerra Mondiale. Il gioco è trovare analogie con la cronaca odierna.
LA PROFEZIA DEL VEGGENTE SULLA TERZA GUERRA MONDIALE
Il veggente di Voralberg era un contadino che viveva a Locchan Bregenz in Germania. Nel 1922 l’uomo ebbe una serie di visioni che un frate benedettino trascrisse e nei decenni seguenti finirono in molti altri testi. “Il misfatto giungerà improvvisamente dalla Russia. Ovunque tumulto e distruzione”, queste le parole che hanno fatto saltare dalla sedia gli appassionati di profezia e occultismo. Insomma la Terza Guerra Mondiale, secondo la profezia, potrebbe partire dalla Russia. “Come un fulmine a ciel sereno la Russia marcerà prima sulla Germania, poi in Francia, Italia e Inghilterra, e ancora “il Reno sarà devastato da aeroplani e armate di invasione“.
La profezia prevede un conflitto provocherà che “corruzione generale” e “grande carestia”: per fare la farina gli uomini useranno la “corteccia degli alberi” e mangeranno l’erba dei prati. Il veggente tedesco parla anche di rivolte politiche nelle quali molti verrebbero incarcerati e una “rovina” che giungerebbe improvvisa dalla Russia.
L’immagine vista dal sedicente profeta è quella di una strada ampia che separa qualcosa, con soldati, donne, vecchi e bambini, una ghigliottina e corpi decapitati. Il conflitto, secondo queste visioni si estenderebbe in tutto il mondo. Le città di Parigi e Roma potrebbero essere distrutte dopo questa ventilata Terza Guerra Mondiale. Dopo il conflitto su gran parte della Terra pochissimi sopravvivranno. La profezia è il rifugio di molti complottisti per codificare la complessità del presente.