Sta facendo discutere la trovata di Valeria Ciarambino, vicepresidente del Consiglio regionale della Campania, per ben due volte candidata alla presidenza della Campania con il Movimento 5 Stelle, oggi in corsa alle regionali con Avanti – Partito Socialista.
Dopo anni passati a denunciare “la vecchia politica”, la Ciarambino ha deciso di ricorrere a uno strumento decisamente moderno: l’IBAN.
Sui social, infatti, ha pubblicato un post in cui scrive: «“Come posso aiutarti?”, “Cosa posso fare per la tua campagna elettorale?”. Me lo chiedete in tanti. La campagna elettorale è impegnativa e costosa, tanto. Vi chiedo, a chi può, di dare un contributo, anche piccolo, mediante bonifico.»
E insieme al messaggio, ecco spuntare l’IBAN e la causale, come in una normale raccolta fondi — solo che qui non si tratta di salvare il pianeta, ma la candidatura.
L’iniziativa dell’ex grillina, poi passata tra i sostenitori del governatore uscente Vincenzo De Luca, non fatto proseliti almeno sui social. Il web, inutile dirlo, si è scatenato. «Lei prende 10mila euro al mese e noi dovremmo farle un bonifico?» oppure «Se le metto anche il mio IBAN, mi manda qualcosa? Ho tre figli e un solo reddito.»
E, come se non bastasse, ci ha messo il carico da undici Mari Muscarà, che ben conosce Ciarambino per aver sostenuta da candidata consigliera la corsa alla presidenza della Regione: le due hanno, infatti, condivido l’avvantura alle Regionali del 2020 sotto le stelle del Movimento, abbandonato da entrambe. Scelta socialista nel centrosinistra per Ciarambino, mentre Muscarà ha sposato la causa di Cerielli, candidandosi nella lista dell’aspirante governatore di centrodestra. Nelle scorse ore Muscarà ha pubblicato un video ironico in cui allude alla “trasformazione” della Ciarambino e all’inconsueta richiesta di sostegno economico ‘manifestata’ anche a mezzo social.
La diretta interessata non si è scomposta e ha risposto così agli haters e probabilmente anche all’ex collega pentastellata: «Lavoro nell’interesse generale da dieci anni senza sosta, ho restituito ai cittadini oltre 120mila euro dei miei stipendi, più di tutti i miei ex colleghi. Non ho mai approfittato del mio ruolo, che ho sempre messo al servizio di tutti…»
Forse la verità sta nel mezzo: da un lato una richiesta fatta con trasparenza, dall’altro un gesto che stride con i tempi difficili che vivono molti cittadini. In ogni caso, il messaggio è arrivato forte e chiaro. E in una campagna elettorale dove tutto si misura in like, consensi e bonifici, anche un IBAN può diventare un’arma politica.


