Killer giovanissimo dei Di Lauro, Carlo Capasso entrò a far parte del clan Di Lauro grazie alla sua amicizia con Di Lauro Marco, che lo introdusse nel 2003, quando aveva appena 15 anni, nella gestione delle piazze di spaccio; in quel periodo ebbe modo di constatare che il capo del clan era Cosimo Di Lauro. Chiese di entrare poi nel gruppo di fuoco nel gennaio del 2005, quando al comando del clan era ancora Cosimo Di Lauro, facendogli giungere un messaggio tramite Pica Giuseppe, peppenella, e tramite costui apprese poi che, anche grazie all’avallo di Marco Di Lauro, la sua richiesta era stata accolta.
Il suo esordio nel gruppo di fuoco era avvenuto qualche giorno prima del delitto “Romano”, quando la reggenza del clan era passata a Marco Di Lauro, libero benché latitante, subentrato al fratello Cosimo arrestato nel gennaio 2005. Nel ricostruire la storia del clan, il collaborante rievocava, per averlo appreso dai suoi sodali dopo l’iniziazione, l’epoca in cui a capo dello stesso era Paolo Di Lauro detto Ciruzzo o’ milionario, costretto poi dalla latitanza a designare suo figlio Cosimo quale suo erede; Di Lauro Marco si occupava della gestione delle piazze di droga all’interno del Parco dei Fiori, ovvero a Secondigliano, mentre i fratelli Ciro, Salvatore e Nunzio erano titolari di piazze di spaccio a Melito.
Arrestato Cosimo, il capo sul territorio divenne Marco ma, qualche tempo dopo il delitto “Romano”, quando il fratello Vincenzo, maggiore di età, fu scarcerato, il comando fu 13 preso da quest’ultimo e, quando lo stesso fu nuovamente arrestato, ritornò a Marco, secondo il criterio dell’anzianità che regolava i rapporti tra i fratelli e che fu sempre rispettato. Il collaboratore ha saputo descrivere l’organizzazione delle piazze di spaccio dei DI LAURO. Quale componente del gruppo di fuoco ha descritto gli omicidi cui ha partecipato.
