La spirale di violenza innescata dalla seconda faida di Secondigliano e Scampia e dai continui cambi di casacca raggiunse il suo culmine con l’omicidio di Lucio De Lucia ‘cap e chiov’, storico referente dei Di Lauro per la zona del Perrone di Secondigliano. A partire da quel delitto alcuni ras transitati tra le fila degli scissionisti finirono ‘nel mirino’ dei Di Lauro tanto che la cosa fu chiarita nel corso di un incontro tra Vincenzo Di Lauro e Cesare Pagano. A raccontare questo inedito retroscena il collaboratore di giustizia Antonio Accurso: ”Lucio De Lucia era uno storico affiliato dei Di Lauro, che era il gestore del Berlingieri tanto che Rosario Guarino aveva lavorato con lui sino all’inizio di marzo del 2007. Il mandante di questo omicidio è Pagano Cesare per come riferitomi dagli stessi Giannini, Magnetti e Guarino nel senso che l’ordine lo diede Pagano Cesare. Mi raccontarono infatti che dopo questo omicidi gli Amato-Pagano spostarono Giannino, Magnetti, Guarino e Vincenzo Grassi in una villa nei pressi di Varcaturo, e si ritrovavano a cena con lo stesso Cesare Pagano”.
La questione dei quattro fu poi affrontata in un successivo incontro con Vincenzo Di Lauro protagonista in cui si rimandò tutto alla scarcerazione di Salvatore Petriccione ‘o marenar, fondatore della Vanella Grassi e a quel tempo ancora con i Di Lauro:”Vincenzo Di Lauro disse espressamente che se qualcuno di loro si fosse trovato nel territorio dei Di Lauro sarebbe stato ucciso, in quel momento il territorio era formato dal Corso Italia, dunque Largo Macello, Secondigliano fino alle Case Celesti, Terzo Mondo ovviamente: questo comprendeva anche la Vinella perché Salvatore Petriccione era rimasto con loro; Vincenzo Di Lauro disse che la questione della Vinella si sarebbe riaperta solo con la scarcerazione di Petriccione Salvatore avvertendo che se fossero stati avvistati in territorio dei Di Lauro sarebbero stati uccisi”
