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sabato, Aprile 27, 2024
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“Quella foto mi ha provocato vergogna”, il turista americano parla al processo

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“Quella foto mi ha provocato senso di vergogna, dispiacere e impotenza. Sono stato mostrato come un terrorista, cosa che non sono. Non sono una persona violenta”. È quanto ha affermato in aula Gabriel Natale Hjorth, sentito nel processo davanti ai giudici di Roma che lo vede parte offesa per la foto scattata mentre era bendato in una caserma dei carabinieri dopo il fermo per la vicenda del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso nel luglio del 2019. Nel procedimento è imputato il carabiniere Silvio Pellegrini, difeso dall’avvocato Andrea Falcetta, accusato di avere scattato quella foto poi finta in un gruppo chat.

ABUSO D’UFFICIO E UTILIZZAZIONE DI SEGRETI DI UFFICIO

Nei suoi confronti l’accusa è di abuso d’ufficio e rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio. Nel corso dell’audizione Hjorth ha ricostruito le fasi del fermo, avvenuto in una stanza di un albergo a Prati, e poi il trasferimento in caserma. “Ho sempre avuto un atteggiamento collaborativo ed eseguivo gli ordini che mi venivano dati dalle forze ordine. Ricordo di essere stato bendato da qualcuno per circa mezz’ora – ha aggiunto -. Quando me l’hanno tolta ho visto di fronte a me Andrea Varriale, il carabiniere che era di pattuglia con Cerciello quella notte e altri militari. Ho capito il motivo per cui sono stato fermato solo quando è arrivato in caserma il pubblico ministero: non immaginavo che un uomo avesse perso la vita”.

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