È riuscito a cavarsela con una condanna decisamente al ribasso: quattro anni rispetto ai sei chiesti dal pubblico ministero. Massimiliano Esposito ‘o scognato, boss della mala di Bagnoli, ha rimediato così una condanna “soft” per un’accusa di estorsione aggravata nei confronti di un ormeggiatore. Merito dei suoi legali, gli avvocati Rocco Maria Spina e Claudio Davino, che sono riusciti a limitare i danni.
Secondo la Procura, il boss di via Di Niso avrebbe minacciato più volte un ormeggiatore di imbarcazioni di Nisida, intimandogli di corrispondergli un “regalo”, ossia una cospicua somma di denaro, per poter continuare a svolgere la sua attività senza avere “problemi”. Per questo motivo Massimiliano Esposito ‘o scognato, indicato come capo dell’omonimo clan attivo nell’area di Bagnoli, nella zona occidentale di Napoli, fu arrestato dalla Polizia di Stato con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere fu emessa nel dicembre scorso dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Dda partenopea. Le indagini della Squadra Mobile di Napoli (dirigente Giovanni Leuci) hanno ricostruito la presunta estorsione, protrattasi per diversi mesi, che avrebbe visto l’uomo minacciare più volte l’ormeggiatore affinché corrispondesse la tangente in denaro. In alcune occasioni la vittima sarebbe stata anche convocata nell’abitazione dello stesso Esposito, dove avrebbe subito ulteriori pressioni e violenze fisiche per costringerlo a pagare.
Il capoclan di Bagnoli avrebbe così convocato la vittima in casa e gli avrebbe detto:
“Vedi che noi dobbiamo avere il regalo perché tu non hai pagato niente questa estate. Ora è Natale e vedi come devi fare per portare il regalo prima di Natale”.

