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giovedì, Marzo 28, 2024
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Racket per i clan Luongo-D’Amico e Vollaro, in Appello confermate quasi tutte le condanne

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Si conclude con pochissime novità il processo di secondo grado a carico dei Luongo-D’Amico e dei Vollaro di Portici. Questa la decisione della Corte d’Appello di Napoli (III sezione, presidente Giovanni Carbone) che ha confermato la condanna a sei anni e sei mesi di reclusione per Umberto Luongo, il famigerato ‘uomo nero’ dei Mazzarella-D’Amico. Confermato il giudizio di primo grado anche per Carlo Vollaro (dell’omonima famiglia malavitosa di Portici): per lui la conferma di 7 anni e otto mesi. Conferme anche per Giuseppe Sparano (4 anni e 4 mesi), Vincenzo Scarano (quattro anni). Le uniche riduzioni sono quelle per Gennaro Silvestrino (da 4 anni a 3 anni e quattro mesi) e Carmine Bosso che passa da cinque a quattro anni.

A Luongo in particolare erano contestati due episodi estorsivi, uno tentato e l’altro consumato, in danno di imprese edili. In entrambi i casi ad aiutare Luongo sarebbe intervenuto Ciro Marino (condanna confermata anche per lui), gestore a Portici di un’autorimessa: per la Dda Marino segnalava ai clan chi erano i costruttori da taglieggiare . Un ruolo che Marino, emerge dagli atti d’inchiesta, ricopriva anche per i Vollaro. E di fatti all’indagato vennero contestati più episodi sia in concorso con Umberto Luongo che con la cosca guidata da Carlo Vollaro

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