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venerdì, Aprile 19, 2024
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San Giuseppe Moscati, oggi si celebra il medico napoletano dei poveri: i 3 miracoli per cui è diventato Santo

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Ogni 16 novembre e 12 aprile ricorre la celebrazione liturgica di San Giuseppe Moscati, medico napoletano definito il “medico dei poveri” e considerato santo già in vita. E’ tra i più amati e venerati della chiesa cattolica. Canonizzato da papa Giovanni Paolo II nel 1987 in seguito all’accertamento di tre casi di intercessione di miracoli a lui attribuiti. Le sue spoglie riposano nella chiesa del Gesù Nuovo nel cuore di Napoli dove si recava ogni mattina a messa, a pochi passi dalla casa in cui abitava.
Medico e ricercatore, si dedicò all’assistenza dei sofferenti, spesso curandoli gratuitamente e anche aiutandoli economicamente.
Moscati sosteneva che non dovesse esserci contraddizione o antitesi tra scienza e fede: entrambe dovevano concorrere al bene dell’uomo.
Tre sono i miracoli presi in considerazione nella pratica prima di beatificazione e poi di canonizzazione.

Il primo miracolo attribuito al Santo

Costantino Nazzaro era un maresciallo degli agenti di custodia, in salute fino a quando nel 1923 un ascesso freddo alla radice della gamba destra non lo portò ad ammalarsi. Durante la convalescenza nell’ospedale militare di Genova ebbe un indolenzimento e un ingrossamento dell’epididimo destro di origine tubercolare. Le sue condizioni fisiche peggiorarono e la diagnosi dopo una visita medica fu “morbo di Addison”. In tutti i trattati di patologia medica si leggeva che questo lo avrebbe portato alla morte sicura. Nella primavera del 1954 l’ammalato, entrato in chiesa del Gesù Nuovo pregò dinanzi la tomba di San Giuseppe Moscati tornandovi ogni 15 giorni per quattro mesi. Una notte Nazzaro sognò di essere operato da Giuseppe Moscati e svegliatosi si trovò perfettamente guarito. I medici che lo visitarono non riuscirono a spiegare la guarigione.

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La guarigione del bambino affetto da meningite cerebrospinale

Raffaele Perrotta fu guarito istantaneamente da meningite cerebrospinale meningococcica tra il 7 e l’8 febbraio 1941. Da piccolo, in seguito a lancinanti dolori al capo, fu diagnosticata la patologia già in forma grave e stava così male che il professore che lo visitò lo accompagnò a Napoli precisando che al suo ritorno difficilmente lo avrebbe ritrovato vivo. Le sue condizioni si aggravarono e la madre del piccolo invocò Giuseppe Moscati. Passate alcune ore il ragazzo riprese conoscenza e la malattia fu dichiarata debellata. La diagnosi dei medici fu la seguente: “A parte discussioni cliniche del caso due sono i dati incontrovertibili: la gravità della sindrome che faceva prevedere la prossima fine del giovane e l’immediata e completa risoluzione della malattia”.

Il miracolo di Moscati che lo ha reso Santo

Giuseppe Montefusco, il terzo miracolato, era presente alla canonizzazione di Giuseppe Moscati. All’età di venti anni, agli inizi del 1978, cominciò ad accusare astenia, pallore, vertigini, inappetenza. Nel 1978 fu ricoverato all’ospedale Cardarelli di Napoli e la diagnosi fu “leucemia acuta mieloblastica”, una patologia che lo avrebbe portato in poco tempo alla morte. La madre una notte sognò la fotografia di un medico in camice bianco. Il mattino seguente raccontò tutto al parroco e poiché questi le disse che certamente si trattava di Moscati, si recò nella chiesa del Gesù Nuovo a pregare. Suo figlio dopo meno di un mese guarì. I medici dissero: “Nella nostra esperienza sopravvivono ancora oggi da poco più di cinque anni solo 12 pazienti su 1600 casi di leucemia acuta“. Una consulta medica inviò ai consultori teologi e poi ai cardinali la relazione che affermava che si poteva parlare di guarigione non spiegabile.

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