Rosario Giugliano è il grande accusatore della politica di Poggiomarino, infatti, proprio dalle sue parole è nata l’inchiesta che ha travolto il sindaco Maurizio Falanga, l’ex politico Franco Carillo e il vicesindaco Luigi Belcuore. A partire dal giugno 2023 il boss-pentito, detto Rosario ‘o minorenne, ha intrapreso un definitivo percorso collaborativo con la giustizia. Sin dalle sue prime rivelazioni dichiarava fin il condizionamento delle elezioni comunali del settembre 2020.
“Con riferimento alla politica poggiomarinese debbo fare una doverosa premessa. La mia cultura camorristica nasce sotto la scuola del clan Alfieri e Galasso che, per mentalità, era un clan che si imponeva su! territorio con il consenso popolare. Proprio per questo motivo la droga sul territorio non era tollerata, mentre reati estorsivi e di consenso elettorale venivano considerati adatti per quel contesto. Ecco perché mi sono impostato sul territorio con questa mentalità“, questo l’inizio della collaborazione di Giugliano.
Il rapporto tra Giugliano e l’emissario politico
Nel ricostruire la sua storia criminale, partendo dalla formazione ricevuta dai due boss anti-cutoliani, Giugliano raccontava nei particolari del patto criminale con i politici poggiomarinesi nel nome del “consenso popolare. Dunque il collaboratore di giustizia parlava ai magistrati della Dda della sua vicinanza a Franco Carillo suo informatore nel palazzo di Città. Dall’emissario il boss pentito apprendeva le indiscrezioni sulle imminenti elezioni del settembre 2020 e le spaccature nella coalizione di centrodestra all’interno del quale militava Carillo.
Il pentito ricostruiva gli incontri con Carillo nel marzo 2020, riferendo che
quest’ultimo, nello sponsorizzare la candidatura di Maurizio Falanga aveva fatto in modo
da organizzare degli incontri direttamente con l’aspirante fascia tricolore. Dopo aver trovato una comunanza di interessi, Giugliano si occupava di ‘convincere’ gli altri candidati a non presentare la propria candidatura in modo da evitare la dispersione dei voti.
Il ruolo di Giugliano nelle candidature
Inoltre ‘o minorenne avrebbe convocato Luigi Belcuore e Giuseppe Speranza, non indagato nell’inchiesta, facendo in modo che ritirassero la loro candidatura a sindaco pur restando presenti nelle liste di centro-destra per partecipare ad un unico progetto politico. Effettivamente Belcuore si candidava come consigliere nelle liste di Fratelli d’Italia, ottenendo la poltrona di vice sindaco, mentre il secondo candidava la figlia nelle liste di Forza Italia, ottenendo un assessorato.
L’ex boss ‘o minorenne ha detto di aver speso e fatto pesar tra imprenditori, cittadini e parenti, il suo nome e la sua elevata caratura criminale per imporre il voto a favore di Falanga e la sua coalizione di centro-destra.