Minuti di apprensione, in serata, al Parco Verde di Caivano. Sei donne si sono barricate sull’attico di un palazzo, verosimilmente per protestare contro gli sgomberi delle case occupate abusivamente.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, che hanno allestito un gonfiabile ai piedi dell’edificio, che si trova nei pressi della chiesa di San Paolo di cui è parroco don Maurizio Patriciello.
L’allarme è cessato quando le donne sono state raggiunte e sono state convinte a scendere.
Don Maurizio Patriciello risponde alle accuse: “Non ho chiuso chiesa agli sgomberati, io sono uno che sta in croce”
Al quartiere Parco Verde di Caivano, dopo l’intervento del Governo, “qualcosa sta avvenendo. A qualcuno piace, a qualcuno non piace, qualcuno stiracchia di qua e di là, un sacco di bugie che si dicono, ma c’è ancora un problema umanitario e nell’ambito della gestione degli sgomberi, decisi dalla magistratura, di 36 famiglie abusive con problemi con la giustizia, sono stato messo in croce per la falsità di avere chiuso la chiesa ai bisognosi”. Lo ha detto don Maurizio Patriciello nel suo intervento presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali.
“Siamo in un campo penale, non amministrativo, ma è bastata questa cosa qua per farmi mettere in croce, state parlando con una persona che sta veramente in croce”, ha detto il sacerdote. Ricordando poi che “sono arrivati 1200 poliziotti e carabinieri, hanno presidiato le chiesa, io ho dovuto sottostare non agli ordini ma ai consigli delle forze dell’ordine che mi dicevano ‘padre faccia attenzione, tenga il cancello chiuso’, questo mi ha procurato la nomea di avere chiuso la chiesa alla gente che moriva di freddo. Niente di vero, tante di quelle famiglie non avevano bisogno, certamente tra queste 36 famiglie ci sarà pure qualcuno che ha sbagliato nel passato e ora stava faticosamente riprendendosi, ci sono bambini, ed è una tragedia”.
“Gli sgomberati saranno finalmente sanati”
Don Patriciello ha ricordato che intorno a queste 36 famiglie subito si sono mossi “come gli avvoltoi la destra e la sinistra, ma un problema umanitario non è mai di parte e questa tragedia non va stiracchiata”.
Quanto ai membri delle altre 214 famiglie che vivono irregolarmente nelle case del Comune ma non saranno sgomberate, ha ricordato, “saranno finalmente sanati. Poi sono stati stanziati fondi per migliorare gli ambienti e da un anno a questa parte la più grande piazza di spaccio d’Europa non funziona, potete immaginare coloro che di questo pane vivevano quanto mi vogliono bene”, ha concluso il sacerdote.