“Non voglio contare i morti. Per evitarlo serve responsabilità”. Poche ore dopo l’ennesima forte scossa ai Campi Flegrei che ha spaventato i napoletano spingendo, il capo della Protezione civile Fabio Ciciliano ha lanciato – tramite in una intervista al La Stampa – un appello alla popolazione di un territorio: “I cittadini aprano le loro case, anche quelle abusive, per farle controllare”.
La situazione attuale è “Sostanzialmente identica a qualche settimana fa, quando le scosse erano più frequenti. In questo caso il danno è stato minimo: qualche rudere crollato e smottamenti lontano dai centri abitati. Il punto è che ogni scossa ci ricorda che viviamo in una zona vulnerabile. Il sistema, purtroppo, – continua il commissario – è stato rodato dagli eventi: come il 13 marzo, si è attivato subito. Riallestite le aree di attesa, riaperte quelle di accoglienza a Napoli (ex base NATO), Pozzuoli e Bacoli. Per il bradisismo non è prevista l’evacuazione dell’area, quella è solo relativa al rischio vulcanico”.
L’intervento del Governo per i Campi Flegrei
“Il perdurare dello sciame sismico, che in due mesi ha fatto registrare tre scosse ben avvertite dalla popolazione, suggerisce la necessità di procedere alla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale nell’area dei Campi Flegrei“. Lo ha dichiarato il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci, al termine del vertice presieduto a Roma al quale hanno partecipato il capo dipartimento della Protezione civile Fabio Ciciliano, il capo dipartimento per la prevenzione e ricostruzione di Casa Italia Luigi Ferrara, il capo gabinetto Riccardo Rigillo ed il capo ufficio legislativo Francesco De Luca.
“Il provvedimento – ha voluto precisare il ministro – risponderebbe essenzialmente all’esigenza di assicurare, in regime straordinario, la velocizzazione delle procedure già in atto, definite dalle varie norme varate dal governo Meloni nell’ultimo anno e mezzo in relazione al rischio sismico in atto nei Campi Flegrei, connesso al bradisismo. Chiederò quindi al presidente della Regione Campania la necessaria intesa, prima di portare la proposta di delibera all’esame del Consiglio dei ministri“.