Anni di vessazioni e offese. Anni passati nell’ombra di un marito despota. Ci sarebbe questo e molto altro dietro l’omicidio di Rocco Cutrì, classe ’47. Ad aver vissuto una vita infernale e ad aver perso il controllo è stata Maria Giuseppina Barca, classe ’55. Moglie di Cutrì. Non sono supposizioni degli inquirenti, sono dichiarazioni spontanee della donna. All’arrivo dei Carabinieri della Compagnia di Palmi e della Stazione di Castellace di Oppido Mamertina, la donna non ha opposto resistenza. Ad allarmare le forze dell’ordine sarebbe stato il figlio. Urla e rumori lo hanno svegliato nella notte ed è bastato uno sguardo affinché tutto fosse chiaro. La donna ha raccontato ai Carabinieri che già nel pomeriggio c’era stato l’ennesimo litigio. L’ultimo. Recuperata una roncola, si è scagliata contro il marito mentre dormiva causandogli ferite mortali.
Video dai Carabinieri di Palmi: il marito assassinato non aveva un background semplice
Rocco Cutrì, il marito assassinato dalla moglie, non aveva la fedina penale esattamente pulita. Era il cognato di Carmine Alvaro, elemento di spicco della cosca ndraghetista “Alvaro-Violi-Macrì“. La sua vicinanza alla ndrina attiva nella zona di Palmi, non lontano da Reggio Calabria, è monitorata da anni. Lo spessore criminale della ndrina era aumentato notevolmente dagli anni 80 ad oggi. Insomma, si può immaginare che Cutrì non fosse esattamente un marito modello. Quello che non possiamo assolutamente immaginare è la mole di vessazioni fisiche e morali che la donna abbia dovuto sopportare. Vessazioni che, però, hanno spinto la donna ad un gesto estremo.
