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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Vanella Grassi, in aula il boss Petriccione nega la nomina di Spera come nuovo reggente

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E’ alle battute conclusive il processo contro la ‘Nuova Vanella Grassi’. Quarantotto imputati tra ras e gregari arrestati nel corso del maxi blitz dello scorso luglio (leggi qui l’articolo). Tra loro figurano i fondatori e reggenti del sodalizio come Salvatore Petriccione ‘o marenar, Vincenzo Spera ‘o nir ossia il ras a cui lo stesso Petriccione aveva affidato le redini del gruppo o Vincenzo Grimaldi ‘Bombolone’, espressione della parte del clan attiva a San Pietro a Patierno. in totale 48 tra ras e affiliati a processo. Un gruppo, tre anime. E’ questa la ‘fotografia’ della Vanella Grassi come è andata delineandosi negli ultimi anni. Un’idra a tre teste analizzata due anni fa da Internapoli che aveva anticipato quale fosse il ‘nuovo volto’ del clan. Nell’articolo del 2018 veniva chiarita questa divisione della Vanella in tre ‘anime’, espressione dei tre maggiori quartieri dell’area nord, Secondigliano, Scampia e San Pietro a Patierno. Ieri in aula è stata la volta proprio di Petriccione, storico fondatore del gruppo.

La presunta lettera con l’investitura del nuovo reggente inviata da Petriccione

Totor ‘o marenar in particolare ha respinto le accuse secondo cui avrebbe inviato una lettera dal carcere con il nome della persona incaricata di gestire il clan in sua assenza (leggi qui l’articolo). Ossia Vincenzo Spera. Il suo legale, l’esperto avvocato Domenico Dello Iacono, ha spiegato ai giudici che Petriccione, detenuto in carcere di alta sicurezza (AS) non avrebbe potuto in alcun modo far passare alcuna lettera visto che prima di ogni colloquio gli internati in tale regime penitenziario vengono perquisiti. Il penalista ha nello specifico citato l’articolo 37 del Regolamento recante norme sull’ordinamento penitenziario. Secondo la Procura invece Petriccione, consapevole della mancanza di leadership riconosciuta dagli affiliati a Angelo Angrisano e dal ruolo sempre più preponderante assunto da Grimaldi che, da San Pietro a Patierno, aveva allargato il suo raggio d’azione, decise così una nuova investituta. Quella di Vincenzo Spera ‘o nir, che con lui aveva una comune militanza nel fronte scissionista.

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Tre gruppi ‘espressione’ di tre quartieri

Il primo gruppo della Vanella Grassi è quello dei Grimaldi, operativi sull’area di San Pietro a Patierno e del rione Berlingieri. Si tratta degli eredi di Carmine Grimaldi ‘Bombolone’ , gruppo capeggiato dal figlio di quest’ultimo, il 32enne Vincenzo. Il secondo gruppo è quello degli Angrisano, insediati nella zona di Scampia e del Lotto G e Lotto P. Si tratta del gruppo capeggiato dal baby ras Alessio.  Ad esso si riconnettono alcuni soggetti ancora attivi nell’area di Secondigliano e costituenti un terzo blocco e facente riferimento proprio a Salvatore Petriccione, il fondatore del gruppo e Vincenzo Spera ‘o nir. Si è potuto accertare che, nel corso del tempo, i rapporti tra questi gruppi eterogenei hanno vissuto momenti di fibrillazione, Il principale – se non unico – interesse che li tiene uniti è infatti costituito dall’acquisto di ingenti quantitativi di stupefacente e la loro distribuzione attraverso il duplice sistema della vendita all’ingrosso (nei cosiddetti  ‘passaggi di mano’) e la cessione al dettaglio della droga attraverso il sistema delle piazze di spaccio.

Il ruolo di Petriccione

Salvatore Petriccione in particolare viene indicato come possessore di un vero e proprio ‘brand criminale’  del Vanella Grassi che consente ai gruppi di mantenere una fondamentale unità di intenti ed esercitare la pressione sul territorio. Nelle pagine dell’ordinanza vengono in particolare ricostruiti nel dettaglio i canali di distribuzione dello stupefacente sino alle piazze ed i luoghi di stoccaggio, sono stati individuati i soggetti incaricati del taglio e del confezionamento delle dosi. Si è inoltre accertato che le piazze di spaccio nei territori controllati dalla Vanella sono state ricostituite operando nelle consuete forme di distribuzione al minuto, proseguendo senza interruzione anche nel periodo di lock-down.

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