Rabbia e commozione ieri ai funerali di Claudio e Marco Marrandino a Cesa, dove nessuno è voluto mancare. Occhi pieni di lacrime ed un linguaggio del corpo facile da decifrare: i familiari e gli amici dei due giovani ammazzati all’uscita dell’asse mediano di Succivo vogliono la verità.
La versione di Antonio Mangiacapre non convince in tanti, eppure il 53enne si è assunto la totale responsabilità dell’agguato, scattato, per sua ammissione, per motivi di viabilità. Una mancata precedenza o forse l’occupazione impropria della carreggiata, avrebbe fatto scattare la scintilla. Una parola di troppo, come se ne dicono tante in queste circostanze, non sarebbe andata giù all’uomo originario di Cesa, come i fratelli Marrandino, ma residente da tempo a San Cipriano. E poi quegli attimi di lucida follia, con l’uscita dal veicolo in direzione della Bmw X3 e quei colpi in sequenza a distanza ravvicinatissima sul povero Cluadio, prima di colpire a morte Marco che disperatamente cercava di scampare alla morte. Così sarebbero andati i fatti secondo il killer con una versione che non si discosterebbe di molto da quanto avevano immaginato i carabinieri della compagnia di Marcianise che si trovavano lì in quel momento in servizio per il controllo del territorio ed incontro ai quali, probabilmente, stava cercando di andare il più grande dei Marrandino per provare a salvarsi.
I militati avevano notato la Golf di Mangiacapre e la Bmw dei Marrandino a distanza ravvicinatissima ed avevano pensato subito ad un alterco scoppiato per motivi di viabilità, al punto da fermarsi poco più dietro delle due vetture per cercare di riportare la calma, ma non ne hanno avuto il tempo perché la furia omicida del 57enne ci ha messo davvero poco a scoppiare e a spezzare le vite del 29enne Claudio e di Marco, che proprio oggi avrebbe compiuto 40 anni.
La Procura di Napoli Nord ha rivelato che dalla pistola in dotazione ad uno dei carabinieri sarebbero partiti due colpi che non hanno però raggiunto Mangiacapre, prima che lo stesso si desse alla fuga rincorso dalla pattuglia nei secondi immediatemente successivi al duplice delitto.
Una seconda parte non visibile dalle immagini diffuse subito dopo l’omicidio e probabilmente riprese dalla videocamera di videosorveglianza di uno stabilimento della zona. Il crudo filmato, diventato virale a poche ore di distanza dalla morte dei fratelli Marrandino, termina con Mangiacapre che entra in auto e si dilegua, senza che si veda l’auto dei carabinieri, che dallo zoom delle immagini messe in rete non compare neanche nella prima parte, quella in cui avviene il duplice delitto.
Il file con il video integrale del duplice omicidio dei fratelli Marrandino nelle mani degli inquirenti
Di certo gli inquirenti avranno sequestrato l’intero file e attraverso quelle immagini, finora non rese pubbliche, lavorano per capire se si sia davvero trattato semplicemente di una lite per motivi stradale o se ci fosse altro sotto, che il killer sta cercando di nascondere per motivi oscuri o di semplice opportunità processuale.