Tra le ultime richieste contro il mondo dei social arriva quella di uno studio legale che vuole bloccare la creazione di account su diverse piattaforme, come Tiktok, a tutti gli under 14.
La richiesta al Tribunale di Milano e le sue motivazioni
“L’uso dei social può provocare danni molto gravi tra i giovanissimi. Una norma Ue lo vieta agli under 14, ma le piattaforme consentono le iscrizioni illegali troppo facilmente“. Questo è il primo attacco fatto da dallo studio legale torinese ‘Ambrogio & Commodo’ per conto del Moige e di un gruppo di genitori contro i colossi di Meta e TikTok. Secondo questa azione legale che riceverà la prima udienza il 26 febbraio 2026, i social network consentirebbero un’iscrizione troppo facile per gli adolescenti sotto i 14 anni che si trovano poi avvolti nella tempesta del web. Oltre a questo prima richiesta, vi è una seconda che punta ad eliminare la dipendenza dal telefonino, comune secondo loro tra i giovanissimi: “sistemi che creano dipendenza, come la manipolazione algoritmica e lo scroll infinito”. Questo in più sarebbe il principato indiziato per “perdita del sonno, calo del rendimento scolastico, depressione e difficoltà nelle relazioni interpersonali“.
I social tra responsabilità e divertimento
La richiesta di misure di prevenzioni più drastiche può apparire una scelta saggia da parte di persone adulte che vogliono salvaguardare il benessere dei propri figli. Troppo volte però ci si allontana dall’obiettivo principale della questione, educare all’uso dei social. Linee guida più rigide potrebbero proteggere gli utenti under 14 dai “pericoli della rete”, ma se non si guida loro verso un’iscrizione consapevole ai social si rischia solo di ritardare l’effetto di qualche anno. In più è troppo semplice dare la colpa all’uso del cellulare per avvenimenti come depressione, perdita di sonno o del rendimento scolastico. Seppur una vera e propria dipendenza ci sia tra gli adolescenti, è innegabile che questi mali maggiori sono di poco influenzati dall’uso di quest’ultimo.
Il volto giusto dei social
Certamente paragonare l’uso dei social come “all’uomo nero che bussa alla porta a cui la mamma affida il proprio figlio”, come fatto nella richiesta, è del tutto sbagliato. I social infatti sono ricchi di pagine, blog, newsletter che possono arricchire di molto il sapere dei naviganti del web. La risposta ai pericoli non dovrebbe essere quella di mettere la testa sotto la sabbia evitandoli, ma affrontandoli e insegnare ai ragazzi come gestirli in modo corretto.